(Gazzetta dello Sport - A.Pugliese) Uno sarà all'esordio assoluto in giallorosso, per di più proprio in quella che è stata a lungo casa sua, dove ha cominciato a sognare da bambino il calcio dei grandi. L'altro è alla caccia di un'altra magia da album che poi sarebbe anche il primo gol all'Inter, a cui in 4 occasioni (2 con la Fiorentina, una con il Bologna e una con la Roma) non è mai riuscito a segnare. Tutti e due, Mattia Destro e Pablo Daniel Osvaldo, stasera saranno chiamati agli straordinari: prima in campo a Milano, poi subito via, con la testa a Coverciano, in azzurro, per rispondere alla convocazione di Cesare Prandelli (entro le 12.30 di domani).
rassegna stampa
Gli azzurri di Zeman
(Gazzetta dello Sport – A.Pugliese) Uno sarà all’esordio assoluto in giallorosso, per di più proprio in quella che è stata a lungo casa sua, dove ha cominciato a sognare da bambino il calcio dei grandi.
Per Destro è una conferma, dopo l'ottima prestazione di agosto con l'Inghilterra. Pablo, invece, ci ritorna dopo aver anche accarezzato il sogno di volare all'Europeo. Sogno infranto da alcune intemperanze caratteriali (come ha ammesso lo stesso c.t. azzurro), su cui Osvaldo è pronto, però, a far ricredere un po' tutti.
RITORNO A CASA Destro, dunque, torna a casa, a Milano, dove è cresciuto come giocatore e come ragazzo. All'Inter ci ha passato 5 lunghi anni (dal 2005 al 2010), vincendo due scudetti (Giovanissimi ed Allievi), un torneo di Viareggio e un titolo di capocannoniere della Primavera. Poi i nerazzurri non ci hanno creduto più e stasera — c'è da scommetterci — Mattia farà di tutto per farsi rimpiangere da qualcuno. Se oggi è il futuro della nazionale azzurra (il 7 settembre a Sofia, contro la Bulgaria, potrebbe anche fare il suo esordio in gare ufficiali), un po' lo deve anche all'Inter che l'ha cresciuto. Se ci resterà, invece, molto dipenderà dalla Roma, da lui e da quello che saranno capaci di costruire insieme.
FLASHBACK Pablo, invece, all'Inter non ha mai segnato, ma dopo la meraviglia con il Catania, stasera magari è la volta buona per abbattere un altro tabù e ringraziare nel migliore dei modi la (probabilissima) convocazione di Prandelli. «All'azzurro ci penso, ma so che prima devo fare bene nella Roma, altrimenti la chiamata non arriverà mai», ha detto solo pochi giorni fa, subito dopo la partita con il Catania. Ed invece, complice anche il forfait di Balotelli (operazione agli occhi), la fiducia del c.t. azzurro è arrivata prima.
BERGONZI E NON A conti fatti, l'unica variabile sulla scelta di Osvaldo azzurro potrebbe essere l'arbitro Mauro Bergonzi, con cui la punta giallorossa lo scorso anno non ebbe tanta fortuna. Anzi. «Mi sono sentito preso in giro, mi prendo le responsabilità di quello che dico — furono le parole dell'italoargentino alla fine di Juventus-Roma 4-0 —. È vero, la Juve è più forte, ma se tutti i falli, anche i falletti, ti vengono fischiati contro è normale perdere. Partita indirizzata? Secondo me sì, quando parli con Bergonzi sembra di parlare con Dio onnipotente, non gli si può dire nulla. Se rivolgi la parola all'arbitro e lui ti ride in faccia non va bene. Mi veniva da piangere in campo, mi sentivo impotente». Stasera, comunque vada, Pablo non dovrà farsi prendere da isterismi vari. Tra l'altro, Bergonzi non ha molta fortuna neanche con Maarten Stekelenburg, visto che lo scorso anno le due espulsioni del portiere olandese arrivarono proprio con l'arbitro di Genova in campo: prima quella nel derby di ritorno, poi proprio in quel Juve-Roma 4-0. Vedremo come finirà stasera, con la Roma che dopo 14 partite a segno in casa dell'Inter, lo scorso anno si è arenata (0-0). Magari, a rimettere la marcia giusta, oltre a quella azzurra, ci penseranno proprio Destro ed Osvaldo.
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