rassegna stampa

Il giorno del dolore «Stefano e Cristian angeli giallorossi»

Affetto e incredulità nel mondo giallorosso per la tragedia avvenuta poche ore dopo Roma-Bayern nei pressi di Fonte NUova.

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Quella all’altezza del civico 265 di via Nomentana, si chiama curva della Madonnella perché in prossimità c’è una statuetta di Maria. Da ieri, ci sono un fiume di lacrime, due orsacchiotti di peluche legati a un albero con una sciarpa della Roma e un bigliettino lasciato da zia Stefania. «Al mio dolce e unico CriCri». Cristian, CriCri, aveva sette anni, amava la vita, la Roma e Gervinho, anche se faceva il portiere (nel Fonte Nuova, che ieri ha sospeso l’attività in segno di lutto). La amava tanto quanto papà Stefano De Amicis, che aveva chiamato il figlio come quello di Totti, nel 2008 lo aveva portato a Trigoria per fargli il «battesimo giallorosso» e martedì gli aveva voluto regalare una partita da sogno, diventata poi un incubo, finita con la fine di tutto. Mentre mamma Luana e Michelle, l’altra figlia, aspettavano il rientro a casa dei loro uomini, una Opel Tigra ha invaso la corsia e ha travolto il T-Max guidato da Stefano. Cristian è morto sul colpo, il papà si è arreso nelle prime ore di ieri mattina. Al volante della Opel, un cittadino romeno (indagato per omicidio colposo ma che dai test non è risultato ubriaco) che si è fermato sul luogo dell’incidente, anche perché ferito, e ricoverato in ospedale come gli altri due passeggeri a bordo.

ALLO STADIO  Aveva lavorato per anni come steward, Stefano, soprattutto nel settore ospiti. Lo descrivono come uno dei migliori ma che, se capitava una domenica in cui non era in servizio, si faceva trovare con la sciarpa al collo e l’inseparabile figlio accanto. Lavorava all’Olimpico anche la moglie, anche lei come steward: un anno fa, la comune decisione di lasciare l’incarico per dedicarsi alla famiglia, a Michelle e al lavoro nella Dasam Car, concessionaria di automobili a Tor Lupara che dista poche centinaia di metri dal luogo della tragedia e a cui, di recente, si era aggiunta una carrozzeria, proprio a due passi dalla Madonnella. All’autosalone, ieri, c’erano le serrande abbassate e tutte le macchine fuori, con un fiore appeso, i colleghi a chiedersi come sia stato possibile, e a dubitare della sobrietà di chi guidava la Opel. La famiglia abita in una palazzina arrampicata su una salita a S. Lucia di Mentana: gli altri inquilini si affacciano, ma Luana non c’è. La curva, invece, è un viavai di familiari, amici, tifosi: poi arriva una mamma, che tiene per mano un bambino che ha ancora addosso il grembiule. È un compagno di classe di Cristian: ha 7 anni, ma dal suo volto si capisce che ha capito. Un’amica di famiglia, invece, ripete: «Due vite spezzate così, com’è possibile?».

IL CORDOGLIO Sui social e nelle radio, già di prima mattina quando le notizie sono iniziate a circolare, il dolore ha coperto qualsiasi altra discussione. Alessandro Florenzi ha twittato appena sveglio: «Riposate in pace, angeli romanisti». Poi la Roma, l’ex romanista Dodò, Pjanic, Totti («I nostri tifosi sono unici al mondo e lo hanno dimostrato ancora una volta ieri sera (martedì, ndr ). Voglio ringraziarli tutti, ma purtroppo oggi mi ritrovo con immensa tristezza a doverne salutare due che non ci sono più»), anche la Sampdoria e il presidente Massimo Ferrero, prossimi avversari della Roma. Per i funerali bisognerà attendere i risultati dell’autopsia: la Roma ci sarà, con chi, dipenderà dal giorno di svolgimento. La curva Sud ha già indetto una raccolta fondi per la famiglia. Che piange l’undicesimo e il dodicesimo morto negli ultimi cinque anni alla curva della Madonnella. A cui, ancora una volta, non è bastato vegliare su chi guida.