rassegna stampa

Garcia spinge la Roma «Noi e l’Olimpico uniti Così sarà Champions»

Il tecnico, in veste di capopopolo, dice che anche i tifosi dovrebbero fare di più. Teme che oggi la curva si concentri più su un’eventuale contestazione al presidente giallorosso James Pallotta che sulla squadra

Redazione

In tempi di royal baby, Rudi Garcia regala carezze al suo re (il capitano giallorosso Francesco Totti) e ai suoi sudditi, quei tifosi che oggi torneranno a riempire la Curva Sud dopo la chiusura della parte centrale del settore contro l’Atalanta. Niente annunci e squilli di tromba, ma in una conferenza piuttosto anonima il tecnico francese ribadisce ancora una volta che i bilanci «verranno fatti a fine stagione» e che oggi c’è assoluto bisogno dei «tre punti». Con o senza Totti in campo dall’inizio, Garcia sceglie la strada già intrapresa prima della partita contro il Sassuolo: «Abbiamo bisogno di concentrazione ed efficacia e ci servono gol e assist degli attaccanti. A Reggio Emilia abbiamo segnato tre reti pur tirando meno in porta rispetto al passato, siamo stati più concreti. È arrivato il gol di Doumbia e anche l’assist di Gervinho, ma le punte devono fare ancora di più».

L’APPELLO Secondo Garcia, in veste di capopopolo, anche i tifosi dovrebbero fare di più. Non lo dice apertamente, ma teme che oggi la curva si concentri più su un’eventuale contestazione al presidente giallorosso James Pallotta che sulla squadra: «Abbiamo bisogno di loro – continua il tecnico francese –, i giocatori devono fare in modo che l’Olimpico torni ad essere una cassaforte, ma abbiamo bisogno anche che la nostra gente ci sia vicino soprattutto nei momenti di difficoltà». Momenti che, a suo dire, ci saranno durante un match che indubbiamente presenta le sue difficoltà. Primo perché «il Genoa è una buona squadra che sta lottando per l’Europa», e secondo perché «sia noi che loro siamo alla terza partita in una settimana e ci potrebbero essere delle incognite atletiche. In più si gioca alle 12.30, farà caldo, non sappiamo come staremo». Certo, quando si parla dei pochi gol, il francese scherza: «Se mi date Cristiano Ronaldo lo prendo», ma è ottimista lo stesso.

PJANIC E KEITAGarcia però non sa neanche come sta Keita, che è stato convocato ma molto difficilmente giocherà: il problema alla schiena è archiviato, il fastidio al ginocchio è tornato a farsi sentire tanto da volare a Barcellona: «Faremo un punto perché lui è uno generoso che vuole aiutare la squadra, ma io non posso fargli correre rischi, anche pensando alle prossime partite». Il discorso di Garcia fila liscio, ci mancherebbe, viene però da chiedersi, allora, come mai Pjanic sia sceso in campo «per 4 mesi» (tecnico dixit) con un dolore ai tendini del piede: «Io non ho mai costretto nessuno a giocare – risponde quasi piccato l’allenatore della Roma, alla sua seconda stagione in giallorosso – . Può capitare che ci siano alcuni che non stanno al meglio, ma poi giochino comunque. Lui poteva fare meglio nonostante i problemi alla caviglia, adesso sta bene e deve restare su questo ritmo perché sono i grandi giocatori a fare la differenza».

FIDUCIA DOUMBIA Di certo, la differenza la fanno anche gli stati d’animo con cui si scende in campo. Per questo il gol di mercoledì potrebbe aver cambiato la storia dell’ivoriano Seydou Doumbia in giallorosso. Quella contro il Genoa potrebbe essere la partita della svolta definitiva per il centravanti della Costa D’Avorio: «La sua storia qui era cominciata con i fischi contro il Parma, ma erano più per la squadra che per lui. Il gol, da attaccante vero, gli ha ridato fiducia. Adesso – conclude il tecnico – deve giocare per poter essere giudicato». Già da oggi, in una partita che la Roma deve vincere a tutti i costi perché, come dice Garcia, «qui ci giochiamo la Champions. Per questo non serve parlare di altro».