Brutti, sporchi, cattivi. E arrabbiati. Tutti. Il pubblico urla «Buffone» al signor Russo e impreca contro i suoi beniamini, con la rabbia di chi ha appena scoperto che il giocattolo si è rotto. La Roma esce dal campo con l’orgoglio ferito da nobile decaduta, per l’ennesima volta messa alle corde da rivali non dello stesso lignaggio e frustrata da un altro destino da illustre perdente (bye bye Juve). L’Empoli fa tenerezza, come tutte le piccole che si vedono zittite dall’arroganza delle grandi. È un Davide che meriterebbe di battere Golia, e ogni volta non ci riesce perché interviene un episodio sfortunato, o un fischio, una bandierina, un cartellino. Dopo lo scippo subito in Coppa dodici giorni fa, un’altra serata amara. Sarri rimedia la seconda espulsione in due partite all’Olimpico contro la Roma. A Russo, a un certo punto dice: «Non si può più giocare in Italia». Ma stavolta, più che gli episodi – tanti e su tutti i fronti –, forse ferisce la gestione generale della partita da parte dell’arbitro, qualcosa che ricorda la vecchia sudditanza psicologica. Quando Saponara tocca il pallone con il braccio, meritandosi l’espulsione, prima ancora che dall’addizionale Tagliavento, Russo, che ha deciso di lasciar correre, viene richiamato a gran voce dai romanisti: una brutta immagine. Ma Martusciello, il vice di Sarri, evita polemiche: «Siamo stati polli noi, avremmo potuto vincere stavolta».
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Garcia si consola: «Pieni di problemi, almeno c’è stata una reazione»
La Roma esce dal campo con l’orgoglio ferito da nobile decaduta, per l’ennesima volta messa alle corde da rivali non dello stesso lignaggio e frustrata da un altro destino da illustre perdente
La Roma avrebbe dovuto. E invece è arrivato il quarto pareggio consecutivo, il sesto nelle ultime otto gare di campionato. Oggi dirà addio alla Juve. E i giocatori continuano a cadere come birilli: ieri sera Iturbe, vittima di una distorsione a caviglia e ginocchio destri. Garcia continua a prendersela con la cattiva sorte. «Siamo così pieni di problemi che c’è solo da salutare la reazione della squadra – dice –. In questo momento la ruota della fortuna non gira per noi. Dobbiamo guarire dal mal di pareggio. Le cose andranno meglio quando avrò più scelte da fare». Gli chiedono se non sia il caso di lasciar perdere la Juve e cominciare a guardarsi le spalle dal Napoli. «Guardiamo solo la prossima partita, vogliamo qualificarci alle semifinali di Coppa Italia». Che diventa un trofeo importante.
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