rassegna stampa

Garcia: «A Roma finché non mi cacceranno»

"Se non avessi detto che avremmo vinto lo scudetto, probabilmente non saremmo arrivati neppure in Europa League. La sintonia con la proprietà? C’è e non cambierà"

Redazione

Chissà se anche quello di sabato è stato uno show per Rudi Garcia, una parte da recitare, con qualcuno da motivare e qualcun altro da infastidire. Perché ci sarebbe ormai da dubitare di qualsiasi uscita pubblica del francese, così perennemente al limite tra il Rudi uomo e il Garcia allenatore. Il secondo, l’allenatore, ieri ha ribattuto sul tasto dolente: «La Roma ha un presidente fantastico – ha detto –, io ho solo fatto in modo di proteggere tutti. Dopo Juve-Roma c’era una verità specifica, in questa città bisogna lottare contro il pessimismo. Se non avessi detto che avremmo vinto lo scudetto, probabilmente non saremmo arrivati neppure in Europa League. La sintonia con la proprietà? C’è e non cambierà. Io resto qui finché non mi cacceranno. Sono più contento di questa stagione che della scorsa».

NIENTE TV Magari non è così per la società, che alle parole del francese sulla Juve irraggiungibile ci ha creduto eccome. Non è così per i tifosi della Roma. Quelli del «vogliamo undici Garcia» fino a poche settimane fa, gli stessi che ieri sera all’annuncio delle formazioni hanno riservato al francese una buona dose di fischi, per la verità senza risparmiare dai cori il d.g. Baldissoni e la società. La verità fa male, sarebbe così se fosse da scriverci su una canzone. Per dire: Pallotta, in attesa di cantarne quattro di persona a Garcia nell’incontro di giovedì a Londra, ha chiesto alla tv di casa di togliere dalla programmazione le repliche della conferenza stampa. «Orecchio non sente» e cuore non duole? Forse.

Nell’attesa il d.s. Sabatini, che va in onda su una modulazione di frequenza differente rispetto al francese, ci ha tenuto a precisare che «l’allenatore ha lavorato benissimo, in questa stagione qualche problema c’è stato. Diciamo che con quelle parole non gli è riuscito bene il saggio di fine anno». Una puntura, prima del mix bastone-carota: «E’ evidente che non condividiamo tutto, ma alcune cose sì. Le sue puntualizzazioni sulla Juventus sono frustranti per chi fa sport: su questo ci confronteremo, questi rapporti di forza non li sottoscriviamo. Ma non credo che Garcia volesse mettere le mani avanti, magari è solo spaventato dalla pressione. Noi, in ogni caso, non abbiamo intenzione né di cambiarlo, né di metterlo in discussione».

NAINGGOLAN E...METEO Chissà, magari Garcia sarà felice di ascoltare da Sabatini che «il riscatto di Nainggolan è un’operazione complessa, ma la porteremo a casa, è un giocatore che fa parte dei piani per il futuro». Oppure sarà turbato nel sentire Giulini, presidente del Cagliari, dire che «dalla Roma pretendiamo rispetto, l’ultima volta che ci hanno chiamato ci hanno detto che siamo una società di Serie B». Di sicuro il belga è indispensabile per la Roma, se è vero che Garcia è stato costretto a mandarlo in campo anche ieri sera, pure nel mezzo di una partita insignificante per la classifica. Partita che Rudi ha vissuto alla sua maniera, prendendo appunti dal minuto 5 del primo tempo, lamentandosi con il quarto uomo per un paio di rigori non concessi nel finale, facendo il giro di campo con la squadra. Ma qualcosa non quadra. E il futuro prossimo resta tutto da scrivere. Non si può escludere neppure lo scenario di una rottura, tra l’allenatore e la società, almeno a giudicare dall’eco che le frasi del francese hanno avuto. Il meteo del giorno dopo non è migliorato rispetto alla grandinata di sabato. Il tempo resta nuvoloso, almeno fino a giovedì. In fondo lo sa pure Garcia. E dietro quel «resto finché non mi cacceranno» c’è un mondo da scoprire.