rassegna stampa

Garcia rilancia «Vinco qui e resto a lungo»

Sabatini ha detto che Garcia non lascerà Roma finché non avrà vinto lo scudetto ed allora l’unica ricetta per provarci è vincere

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Tutto ruoterà intorno a Francesco Totti ed alla sua presenza o meno, è vero. Ma Garcia, facendo la conta dei giocatori (e delle assenze), sta studiando anche qualche soluzione alternativa, come è giusto che sia. Perché va bene il rombo, il 4-3-1-2, Pjanic dietro le due punte. Ma poi bisogna anche pensare all’imponderabile, a qualche altro colpo di sfortuna, a uno scivolone magari dietro l’angolo. Così chissà che poi oggi il francese non decida ancora di compattarsi e chiudersi, magari giocando con un 4-4-1-1 (con Cole e Torosidis bassi e Holebas e uno come Nainggolan esterno di centrocampo), soprattutto nel caso in cui Totti non dovesse farcela (e quindi con Pjanic in appoggio a Ljajic). Altra ipotesi? Un 4-1-4-1, con Keita davanti alla difesa e Pjanic e Paredes in mezzo, con Ljajic da solo a giostrare davanti.

Sono idee, è chiaro, legate soprattutto alla condizione di Totti. «Ma noi dovremo provare a fare di tutto per vincere, senza pensare alle assenze — ha detto ieri il francese — Per ripartire ci basta una vittoria. Francesco? Ha una sindrome influenzale, vedremo come starà». Dovesse saltare, sarebbe un’altra batosta, poco dopo quella di Ibarbo. «Victor era guarito, ha un tendine rotuleo da sorvegliare. Se ci siamo presi un rischio lo abbiamo fatto in partita, anche se per il suo infortunio io parlerei più di fatalità. Come per Strootman e Iturbe: in questi casi possiamo fare tutto, ma la storia non cambia. Di certo dobbiamo tornare ad essere più solidi in difesa e più efficaci in attacco: ci serve maggiore compattezza e giocare più alti. Dopodiché non c’è altra ricetta che mettere tutto dentro una partita e basta». Già, anche perché Sabatini ha detto che Garcia non lascerà Roma finché non avrà vinto lo scudetto ed allora l’unica ricetta per provarci è vincere. E basta. «Sono venuto qui per vincere trofei, la Roma è un punto di arrivo, non è un trampolino. Lavoriamo sul lungo periodo, ma nessuno è perfetto». Già, ed allora si riparte proprio da Cagliari.