Dopo il porompopero ecco anche il blablabla. Rudi Garcia è così, istinto e simpatia. E dovesse portare pure fortuna, quella macchina fotografica il tecnico francese la riprenderà in mano probabilmente anche in futuro, magari per immortalare qualche scena di gioia. Campionato o Champions che sia, anche perché nella sua mente Garcia ha messo in conto di portarle a casa entrambe. «Quest’anno vinciamo lo scudetto, ne sono certo e l’ho detto — racconta l’allenatore giallorosso — Il piano, però, è portare la Roma nell’élite europea e vincere la Champions con Francesco Totti. Lui lo merita davvero, con la fantastica carriera che ha avuto».
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Garcia: “Questa squadra presto vincerà la Champions”
Dopo il porompopero ecco anche il blablabla. Rudi Garcia è così, istinto e simpatia. E dovesse portare pure fortuna, quella macchina fotografica il tecnico francese la riprenderà in mano probabilmente anche in futuro, magari per immortalare...
Un passo alla volta, però. Perché per la Champions — nel caso — ci vorrà ancora un bel po’, ci mancherebbe altro. «Un double nel 2015 no, è sicuramente troppo presto. In questa stagione sarebbe già un successo superare il girone in cui siamo capitati, ma queste due sfide con il Bayern saranno un ottimo banco di prova per capire a che punto siamo. Per ora restiamo degli outsider, dobbiamo giocarcela questa Champions». Anche se una vittoria stasera potrebbe cambiare molte delle prospettive giallorosse, immediate e future. «Abbiamo l’obiettivo di andare contro i pronostici, quelli che ci davano già fuori al momento dei gironi — continua Garcia — Quei pronostici lì vogliamo smentirli. Certo, una vittoria stasera ci può far pensare con fiducia al passaggio del turno. Ma sarebbe comunque solo il primo passo di un mini campionato come è la Champions».
Champions dove Garcia si è già trovato ad affrontare il Bayern, uscendone con le ossa rotte. È successo il 7 novembre 2012, quando il suo Lille (dopo aver perso 1-0 in casa), naufragò per 6-1 all’Allianz Arena. «Noi siamo solo dei ragazzi, di là c’era una squadra di uomini», disse Garcia quella sera, subito dopo la partita. Uno «schiaffo in faccia» che Rudi proverà a cancellare già stasera, quando si troverà di fronte uno dei più bravi di tutti, Pep Guardiola. «È tra i migliori allenatori al mondo: al Barcellona ha vinto tutto, poi è stato coraggioso ad accettare la sfida del Bayern, dopo tutto quello che aveva vinto Heynckes. Lo spagnolo è uno che poi non fa mai polemiche, ha stile e classe». Quella che la gente romanista riconosce anche al francese, uno che — nonostante tutto — «si sente sempre con la valigia pronta, lì vicino alla porta. Da ragazzo sono caduto come Obelix nel calderone della pozione magica, da allora il calcio ha determinato la mia vita. Fare l’allenatore è un bel lavoro, ma è fragile come un castello di carta. Anche dopo un anno di successi si può venire licenziati, come è successo a me a Lille».
Per ora, però, la sua valigia (a Casal Palocco) è ben nascosta in fondo a qualche armadio. In altri bagagli, invece, sono chiusi i suoi appunti («Sono un maniaco dei dettagli, ma so che la perfezione è impossibile») e un po’ tutti i sogni, a cominciare proprio dalla sfida di stasera. «Rispettiamo tutti, ma non abbiamo paura di nessuno — insiste il francese —Il Bayern è forse la migliore squadra del mondo, ma anche noi abbiamo grandi giocatori. Ed un pubblico con 70mila persone che ci darà una grande mano». Con la sua gente, la Roma proverà a mettere in ginocchio il Bayern. «Ho un debole più per chi fa assist, rispetto a chi segna. Ovvio, Messi e Cristiano Ronaldo aiutano, ma per me la stella resta sempre la squadra». E se stasera dovesse arrivare anche una vittoria, chissà che alla fine Rudi non riprenda già ora quella macchina fotografica...
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