rassegna stampa

Frongia: «Studieremo in Europa la strada migliore per il nuovo Flaminio»

L'assessore allo sport ha assunto l'impegno di dar nuova vita allo storico impianto di Viale Tiziano ma la strada non è priva di complicazioni

Redazione

L’operazione Flaminio è ufficialmente scattata. Dopo un periodo di assestamento, l'assessore allo sport Daniele Frongia ha preso in mano la situazione dello storico impianto di Viale Tiziano, dopo che con il no alle Olimpiadi del 2024 si era rinunciato all'utilizzo di fondi altrimenti irreperibili. Pare che ora si sia trovata una strada concreta per la riqualificazione. «Noi non puntiamo solo a tagliare il prato, a rifare lo stadio, piuttosto vogliamo ripensarlo, attraverso un per­corso di alto livello», dice l’as­sessore Frongia. Nei giorni scorsi è stato avviato l'iter per la partecipazione al bando «Kee­ping it Modern» della Getty Foundation, col fine di finanziare pro­getti dedicati al mantenimento del patrimonio architettonico moderno. Passo necessario per finanziare lo studio che possa permettere di stabilire con esattezza le condizioni del Flaminio. «Per capire cosa pos­siamo richiedere ai soggetti che parteciperanno al bando di assegnazione. Il perimetro di intervento do­vrà comprendere l’area circostante». In tal senso la lettera rivolta alla Fondazione Nervi «è firmata dal sindaco Virginia Raggi, dall’assessore allo sport e da quello all’urbanistica Paolo Berdini». Poichè la questione Flaminio è una sfida «così complessa», come la definisce Frongia, bisogna allargare i propri orizzonti. «Dopo l’analisi dello stato attuale, sulla base dei fat­ti e delle informazioni concrete e dei confronti con vari sogget­ti, scriveremo il bando». Il bando dovrà far coesistere aspetti fondamentali come «sostenibilità e innovazione», situazioni che qualche volta non vanno d’ac­cordo. Per questo si è deciso di studiare come altre grandi città europeeaffrontano situazioni simili, con impianti al centro delle città. «Gestire lo sport in grandi impianti è sempre mol­to costoso, cercheremo di indi­viduare la giusta formula e ci stiamo già confrontando con altre città europee per capire cosa occorre per renderlo so­stenibile». Il tutto tenendo presente che il Flaminio è considerato un bene architettonico e quindi è protetto da vincoli e leggi, che coinvolgono non so­lo il Flaminio, ma tutta l’area su cui insistono già Audito­rium, Maxxi e Palazzetto e sui quali possono intervenire più di un assessorato e sovrintendenze. Ma la sfida non spaventa Frongia. «Vogliamo far ri­vivere il Flaminio e con un pro­getto ambizioso».

(R. Parretta)