rassegna stampa

Dzeko primo in Europa. E la Roma ora ci crede

L'attaccante bosniaco tira più di tutti nei top 5 campionati del continente: solo nel 2011-12 è partito meglio

Redazione

Sette giornate di campionato, 40 tiri: questo il bottino attuale di Edin Dzeko. Nessun altro giocatore in Europa ha tirato di più verso la porta, scrivono Pugliese e Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". Non c’è Ibrahimovic, Messi, Icardi, Cavani, non c’è squadra che abbia messo in condizione un suo calciatore di segnare più della Roma. E laggiù ci arrivi se un’idea di gioco ce l’hai, se la propensione offensiva è qualcosa che hai studiato a tavolino. Ed ecco un altro numero che fa scopa con il ragionamento: mai in Serie A una formazione di Spalletti aveva segnato di più nelle prime sette giornate di campionato (16 reti).

Segnano tutti, ma segna soprattutto Edin Dzeko, capocannoniere della Roma che viaggia come nei migliori anni della (sua) vita. Solo nel 2011-12, la stagione del passaggio dal Wolfsburg al Manchester City a metà campionato, era partito meglio, con 8 gol. Le 5 reti in 7 partite sono invece lo stesso bottino del 2010-11 e del 2012-13. Cioè di quando Edin era Dzeko. Non fosse altro che per una ragione tattica: la squadra che anche grazie a Pjanic si trovava tremendamente bene nel gioco palla a terra in velocità, non è la stessa squadra che oggi deve appoggiarsi alle giocate aeree del suo centravanti, ai suoi centimetri, alla sue difesa del pallone. E allora Dzeko titolare, «perché è un calciatore completo, sa fare tutto, ha una qualità totale», parola di Luciano Spalletti, che continua così: «Gli manca un po’ di carattere, ogni tanto abbassa il livello di cattiveria agonistica che in Italia fa la prestazione — ancora l’allenatore a Roma Radio —. Ormai possiamo dirlo senza fargli del male, fin qui ha fatto meno di quello che avrebbe potuto fare e che ha mostrato di saper fare contro l’Inter. Con lui abbiamo provato in tutti modi: le riunioni, i dialoghi personali, gli incontri. Ora ho cominciato a dirgli le cose pubblicamente. E qualcosa si sta muovendo». Si muove eccome. Chissà se basterà per volare: «La Juventus è grande, ma noi siamo solo al 60% del nostro valore. Insomma, c’è spazio».