Dovevano essere l’arma in più, stanno diventando una zavorra. Anche se le attenuanti ci sono e sono anche parecchie, soprattutto nel caso di Seydou Doumbia. Perché se è vero che Gervinho è sempre stato un cardine della Roma di Garcia e conosce a memoria il suo sistema di gioco, l’ex calciatore del Cska è stato catapultato nel mondo giallorosso all’improvviso, e con una condizione fisica a dir poco precaria. Senza dimenticare poi Keita, quasi indispensabile prima di Natale e tornato anche lui in condizioni non ottimali dalla Coppa d’Africa. La sua esperienza fa sì che in campo si gestisca meglio, ma col Verona non ha certo brillato.
rassegna stampa
Doumbia-Gervinho Roma, mal d’Africa da curare in fretta
I due vincitori della Coppa d'Africa, Gervinho e Doumbia, sono più una zavorra che altro. Per Gervinho il problema è nella testa, per Doumbia un insieme di fattori, tra cui i pochi minuti giocati nell'ultimo periodo
GIRO DEL MONDODoumbia parla solo il francese (e un po’ di giapponese), non conosce i nomi dei compagni né le stanze di Trigoria, vive in hotel, con moglie e figlia piccola lontane, 9 settimane fa se ne stava alle Maldive col campionato russo archiviato e la Coppa d’Africa da cominciare. Adesso si ritrova in una squadra in cui faticano i senatori (da Totti a De Rossi, da Pjanic al desaparecido Maicon, ieri a Barcellona per una visita di controllo al ginocchio) e il suo inserimento è stato complicato da quei fischi contro il Parma che, oltre al fisico, hanno buttato giù anche l’umore. I dirigenti e Garcia ci hanno parlato, lo stesso hanno fatto i compagni di squadra (Florenzi prima della gara con il Feyenoord lo ha difeso pubblicamente), lui dice di aver capito e di comprendere il momento della squadra, ma sperava che gli venisse concesso più tempo per ambientarsi. Però ora la priorità era e resta il recupero fisico, di cui si stanno occupando i preparatori e i fisioterapisti che stanno cercando di ridargli brillantezza, visto che con il Cska aveva giocato la sua ultima gara il 10 dicembre in Champions contro il Bayern: 3-0 per i bavaresi e 90’ in campo.
FATICA L’ultima gara in campionato, invece, risale al 2 dicembre con l’Amar Perm, mentre per trovare l’ultimo gol fatto bisogna risalire al 29 novembre. In nazionale pochi minuti e poche partite: è passato un mese dalla sfida al Bayern alla prima amichevole che la Costa d’Avorio ha giocato con la Nigeria (dove però Seydou resta a guardare), una settimana anche in più dalla gara con la Svezia, dove è entrato nel secondo tempo. Non meglio in Coppa d’Africa: un solo gol contro la Guinea e 228’ su 570’ totali.
COME L’ARSENAL Per Gervinho invece i guai sono causati dalla testa, che non sembra quella giusta per essere il leader di una squadra che si sta giocando la stagione. Garcia, che per averlo lo scorso anno ha sfidato il parere negativo di Sabatini, si fida di lui ad occhi chiusi e spera che non si ripeta quanto successo all’Arsenal: nel suo primo anno (il 2012) ai Gunners l’ivoriano, dopo aver fallito il rigore contro lo Zambia, torna a Londra depresso, gioca 11 partite su 13 in Premier mettendo a referto un solo assist. L’anno successivo 5 gare, 2 gol e 3 assist. Di quella squadra però non era un punto fermo, mentre per Garcia è fondamentale. Almeno fino a domenica scorsa, anche se sembra difficile immaginare che il mal d’Africa privi la Roma delle sue giocate nelle gare fondamentali della stagione.
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