La sentenza del Tar del Lazio assolve tutti i protagonisti della battaglia dei diritti tv del calcio italiano (annullando pesanti multe), ma soprattutto demolisce il castello di accuse dell’Antitrust, scrive Carlo Laudisa su "La Gazzetta dello Sport". In più di un passaggio la sentenza dei giudici amministrativi ha toni clamorosi: la vendita dei diritti della A nel 2014 ha tutelato la concorrenza. Nel mirino c’era il presunto cartello tra l’advisor Infront, la Lega di Serie A e Mediaset per isolare Sky, a cui era attribuito un ruolo «difensivo e marginale».
rassegna stampa
Diritti tv, il Tar assolve tutti. Ridono Lega, Infront, Rti e Sky
Ricorsi accolti, annullata la decisione dell’Antitrust: non c’è stata alterazione della gara per il triennio 2015-18
Nel giugno 2014 Sky si aggiudica due pacchetti, con un prezzo superiore alla base d’asta. Infront e la Lega, però, considerano quell’esito condizionante per il mercato e per i consumatori: così si approda a una soluzione che prevede una suddivisione dei contenuti tra Sky e Mediaset. In un primo momento l’intesa a due merita il varo del Garante, salvo poi il dietrofront di otto mesi dopo. Tanto che, nello scorso aprile, arriva la censura con tante multe: euro 1.944.070,17 per la Lega, 9.049.646,64 per Infront, euro 51.419.247,25 per RTI ed euro 4.000.000,00 per Sky. Ma ora il Tar ha ribaltato tutto e ridisegna gli scenari in vista della nuova asta che l’anno prossimo vedrà in scena gli stessi attori per l’assegnazione dei diritti 2019-21. Ovviamente gli interessati hanno applaudito il colpo di scena.
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