Un calciatore intelligente, un uomo generoso. Così hanno conosciuto Eusebio Di Francesco a Roma, secondo l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport.
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Di Francesco, core de Roma senza sconti
«La Roma ha le sue certezze, noi le nostre. Ce la giochiamo, non partiamo remissivi. Siamo usciti imbattuti per due volte di fila, vorremmo ripeterci» ha affermato il tecnico del Sassuolo
Il 14 settembre del 2000 il dramma di Nova Gorica, primo turno di Coppa Uefa: rottura del crociato anteriore del ginocchio destro, per sei mesi fu solo spettatore della cavalcata scudetto. Dopo 171 giorni rientrò, riuscendo a tornare in campo soltanto 5 volte. Resta comunque campione d'Italia, e di cuore (tante le iniziative benefiche fatte insieme al compagno Damiano Tommasi).
«Zeman mi ha insegnato la cultura del lavoro. Sensi mi ha cambiato la vita. Totti... beh, Francesco è la Roma, se penso alla squadra penso a lui» le parole dell'attuale allenatore del Sassuolo. Come da tradizione romanista, Di Francesco da avversario non ha mai fatto sconti. Con i neroverdi è riuscito a fermare sul pareggio la Roma all'Olimpico due volte su due. «La Roma ha le sue certezze, noi le nostre. Ce la giochiamo, non partiamo remissivi — assicura —. Siamo usciti imbattuti per due volte di fila, vorremmo ripeterci. Anzi, speriamo di aver imparato la lezione dell’anno scorso, magari non ci facciamo più riprendere...».
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