rassegna stampa

De Santis ritratta ma i pm insistono: ”Ha sparato lui”

Nonostante il cambio di versione dell'imputato, i pm sono sicuri: "De Santis ha sparato"

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Se i legali di Daniele De Santis raccontano di essere «molto amareggiati», i pubblici ministeri Albamonte e Di Maio sono quantomeno «stupiti» dal loro atteggiamento. Si discute ancora della lettera-memoriale inviata in Procura dall’ex ultrà romanista, indagato per l’omicidio volontario di Ciro Esposito. La prima parziale confessione del crimine commesso il 3 maggio a viale Tor di Quinto. Ma Gastone ha effettivamente ammesso di aver «sparato», specificando di averlo fatto «per paura, per difendermi, perché mi hanno inseguito e spinto a terra da dietro»?

Legittima difesa? Secondo l’avvocato Tommaso Politi, uno dei due legali di Daniele De Santis, «quello che è emerso ieri (martedì, ndr) è totalmente infondato. In primo luogo quelle riportate dai giornali («… coinvolto in una rissa, ho avuto paura e ho sparato») non sono parole pre- luogo, c’è un senso profondamente riduttivo in quelle dichiarazioni che, ripeto, non sono riconducibili al nostro assistito». Forse, provando a interpretare il pensiero del suo avvocato, nella lettera inviata in procura De Santis calca di più la mano sulla legittima difesa, facendo intendere che Ciro e i suoi compagni «volevano ammazzarmi» e che per questo, cioè solo perché costretto ha sparato

«Sparato par uccidere» Questa versione, però, non torna ai titolari dell’inchiesta. E la lettera di De Santis in cui i pm ribadiscono di aver letto a chiare lettere «ammetto di aver sparato», non ha cambiato lo scenario in cui è avvenuta la sparatoria, almeno quello che hanno ricostruito in questi cinque mesi di indagine. L’aggressione che De Santis avrebbe subito dal gruppetto di Ciro per i pm Albamonte e Di Maio non giustifica una reazione tanto sproporzionata, nemmeno se alla fine si dimostrasse che prima di sparare Gastone ha subito delle ferite da arma da taglio, tra l’altro per la Procura riconducibili più ad un collo di bottiglia che ad un coltello. E oltretutto, sostengono i pm, De Santis ha sparato sapendo di poter uccidere, visto che con quattro colpi ha provocato quattro ferite, una delle quali mortale.

Lunedì il clou È evidente che il prossimo round — più che nell’interrogatorio di De Santis fissato per oggi a Viterbo (il 48enne ricoverato al Belcolle non risponderà alle domande dei pm) — si combatterà lunedì, davanti al gip Giacomo Ebner, nella parte dell’incidente probatorio dedicata alla discussione delle conclusioni del Rads. Se i carabinieri riusciranno a dimostrare alcune delle ipotesi che hanno fatto, sarà un punto a favore della difesa. Viceversa, per De Santis sarà ancora più difficile aggrapparsi alla legittima difesa.