Daniele De Rossi — pettorina rossa e apparentemente titolare certo nella prima partitella del ritiro azzurro — sembra avere l’aria serena di chi tanto ha visto, tanto ha patito e forse non si stupisce più di nulla. Da improvviso salvatore della patria azzurra, ieri mattina era salito trafelato sul treno che da Roma lo portava a Firenze e sorridendo diceva: «Se perdo pure questo...».
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De Rossi è ritornato al centro del villaggio. L’Italia ne ha bisogno
De Rossi ha tutto quello di cui il commissario tecnico ha bisogno: l’esperienza, la capacità d’interpretare in mediana il ruolo di regista come quello di frangiflutti, la possibilità di giocare anche in retroguardia con efficacia soprattutto...
Come scrive Massimo Cecchini nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", De Rossi ha tutto quello di cui il commissario tecnico ha bisogno: l’esperienza, la capacità d’interpretare in mediana il ruolo di regista come quello di frangiflutti, la possibilità di giocare anche in retroguardia con efficacia soprattutto in una difesa a tre e – il che non guasta – un bottino di gol non banale. Le sue 17 reti sono la dote più grande, in termini di realizzazione, portata da un centrocampista azzurro dal Dopoguerra.
Recuperata la salute muscolare il ritorno di Spalletti ha giovato a Daniele, che sembra avere ritrovato una condizione fisica e mentale non lontana da quella dei giorni migliori. Poi, come sempre capita nella vita, il destino gioca un ruolo decisivo, visto che gli infortuni che hanno tolto di scena Marchisio e Verratti hanno contribuito a rilanciare De Rossi come protagonista azzurro. Da adesso sta a lui riconquistare maglia e palcoscenico, convincendo Conte a rilanciarlo come inamovibile. Impressioni? Di De Rossi sarà difficile farne a meno.
ma.cecchini
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