rassegna stampa

Dalla burocrazia alle multe: i brutti pensieri di Pallotta

Oggi lo stadio della Roma è al secondo punto dell’ordine dei lavori del Consiglio comunale, ma al massimo si farà in tempo a iniziare la discussione e a rinviarla a martedì.

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Prima Parnasi, poi Marino. Dal fallimento della Sais di Papalia, da cui il costruttore ha acquistato il terreno di Tor di Valle, alle possibili ricadute del Pandagate , che rischia di far slittare il pronunciamento dell’assemblea capitolina sullo stadio della Roma o, nell’ipotesi peggiore, di dare una spallata definitiva al sindaco che arresterebbe il percorso del progetto. In mezzo, James Pallotta ha dovuto fare i conti con le polemiche sulla speculazione edilizia imputata a Parnasi (un milione di metri cubi concessi alle sue torri, poi ridotti a novecentomila), il tira e molla con il Comune sul valore delle opere pubbliche da inserire nel progetto per assegnargli la «pubblica utilità» (fino alla cifra finale di 320 milioni), la lunga querelle con l’amministrazione sulla proprietà dell’impianto (con l’inserimento last second di due clausole che tutelano economicamente il club) e gli infiniti passaggi comunali previsti dalla legge (gli uffici tecnici, le commissioni, gli assessorati, i municipi, la giunta, la commissione unificata, l’assemblea che ancora deve pronunciarsi), che andranno replicati a livello regionale. Ecco, messi insieme le lungaggini burocratiche, i sacrosanti obblighi di trasparenza sulla concessione degli appalti, i ritardi cronici con cui si eseguono i lavori in questa città e, infine, le debolezze degli interlocutori che ha scelto (Parnasi) o che si è trovato (Marino), qualche brutto pensiero a Pallotta deve essere venuto.

CI PENSERA' IL PREMIER?Oggi lo stadio della Roma è al secondo punto dell’ordine dei lavori del Consiglio comunale, ma al massimo si farà in tempo a iniziare la discussione e a rinviarla a martedì, quando però le opposizioni avranno avuto tutto il tempo di chiedere l’inserimento nei lavori della mozione di sfiducia a Marino che il regolamento non consente oggi. Difficile che sia una storia di multe a farlo cadere, ma questo sindaco è diventato solo e debole. Troppo, forse, anche per l’intraprendente Pallotta. Sarà un caso che una settimana fa ha abbracciato Renzi?