Ieri Perotti è partito dalla panchina, «perché chi viene col musino poi non gioca neanche la prossima», aveva detto proprio Spalletti. E quel musino lì però ha cambiato volto alla partita, regalando la prima vittoria stagionale alla Roma. Non tanto per i due calci di rigore - scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport" - ma soprattutto per quel contributo di imprevedibilità e fantasia di cui la Roma era sembrata sprovvista fino al 12’ della ripresa. Esattamente quando è entrato in campo lui, Diego Perotti. «Ma Perotti non è partito dal via perché ha un problemino all’adduttore – dice Spalletti –. A Oporto era muscolarmente un po’ intossicato, una situazione al limite».
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Dal «musino» ai sorrisi. «E ora la Champions»
Con i due gol e l’assist di ieri l'argentino è arrivato a 5 reti e 7 assist nelle 16 gare giocate con i giallorossi. Subentrando a partita in corso, il numero 8 ha dato quel contributo di imprevedibilità e fantasia di cui la Roma era sembrata...
«Era importantissimo vincere questa partita per partire bene in campionato e concentrarsi con serenità sulla sfida di ritorno con il Porto – dichiara proprio Perotti a fine gara –. I portoghesi ci dovranno per forza attaccare e noi dovremo approfittare degli spazi che ci lasceranno: non sarà facile, dovremo fare gol, ma avremo i nostri tifosi a supportarci. Io qui a Roma sto molto bene, sento la fiducia dei compagni e di tutto l’ambiente. Il mio pensiero è sempre lo stesso, quello di aiutare la squadra. Anche quando si tratta di partire dalla panchina». Con i due gol e l’assist di ieri l'argentino è arrivato a 5 reti e 7 assist nelle 16 gare giocate con i giallorossi, esattamente lo stesso bottino incamerato con la maglia del Genoa, ma in 43 partite totali. Con lui la Roma trova imprevedibilità, spunto, fantasia.
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