Da oggi Thomas Vermaelen sarà già a disposizione di Luciano Spalletti. Era uno di quelli che voleva il tecnico giallorosso, comme scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, il centrale su cui ridisegnare il pacchetto arretrato. Un po’ perché il belga ti permette di passare in un attimo dalla difesa a quattro a quella a tre, molto di più perché con lui finalmente la Roma torna ad avere un regista difensivo, il centrale dai piedi buoni, l’uomo in grado di impostare la manovra fin dall’inizio senza andare a scomodare sempre il De Rossi di turno. L’ultimo è stato Castan (contratto spalmato fino al 2019). Ma il miglior Leo, quello che risale al 2013/14.
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Con Vermaelen la Roma ritrova il regista basso: «Ma se serve faccio pure gol»
Ecco il centrale dai piedi buoni, l’uomo in grado di impostare la manovra fin dall’inizio senza andare a scomodare sempre il De Rossi di turno
Vermaelen da oggi sarà ufficialmente il quarto centrale giallorosso, anche se l’impressione è che ballerà sempre tra la prima e la seconda posizione. Insomma, il giocatore dominante della retroguardia o giù di lì (Manolas permettendo), ma soprattutto quello che aiuterà in fase di ripartenza, l’unico tra i centrali di Spalletti che ha qualità nel palleggio. Non è un caso, infatti, che da piccolo abbia iniziato in mezzo al campo. «A dieci anni giocavo lì e a volte anche come terzino sinistro — ha detto mesi fa in un’intervista a Barça TV — All’Ajax poi sono passato a fare il difensore centrale». E in quel ruolo costruirà anche il suo futuro in giallorosso: regista difensivo nella difesa a 3, in coppia con Manolas in quella a 4. «È un’opera d’arte», l’ha definito giorni fa Spalletti. E forse ha ragione, anche se da trattare con cura, visti i tanti infortuni. Tanto che nel marzo 2015 fu capace di lanciare un’autointervista sui suoi profili social per spiegare i tempi di rientro dopo l’operazione al muscolo semitendineo destro.
Vermaelen ama giocare a golf («Mi rilassa»), entra in campo sempre con il piede destro, è cresciuto a Kapellen («Posto tranquillo, dove tutto il mondo si conosce») e adora le sue birre, quelle belghe («Ce ne sono tante così buone»). Con lui la Roma può trovare qualche gol in più («Al primo anno all’Arsenal ne ho segnati molti, quello al Blackburn è uno dei preferiti. Il mio lavoro è difendere, ma se posso aiutare anche davanti…») e molta personalità. Non a caso è stato capitano all’Ajax, all’Arsenal e in nazionale. «Avere la fascia è bello, ma per me cambia poco. La mia migliore qualità? Restare calmo in situazioni complicate. Il difetto invece è la titubanza a volte nel prendere le decisioni della vita».
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