rassegna stampa

«Noi come l’Atletico primi in EuroLeague»

"L'Europa League: una competizione che considero propedeutica per il futuro della Roma. Anche la crescita dell’Atletico Madrid è cominciata così, vincendo questa competizione. La onoreremo e proveremo a fare lo stesso"

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Il giorno dopo è sempre difficile da mandare giù. Perché poi la Roma la bocca ce l’aveva fatta, aldilà di tutto. Quei quattro punti nelle prime due partite del girone di Champions avevano aperto scenari insperati e — probabilmente — fatto fare qualche volo pindarico di troppo, magari anche nelle valutazioni dei singoli. Ed invece, alla fine, i giallorossi si sono risvegliati. Non nel paradiso (ottavi di Champions), ma nel purgatorio (Europa League). «Il rammarico è grande ed aumenta di minuto in minuto — dice il d.s. Walter Sabatini —. Dobbiamo capire la sconfitta, metabolizzarla e trasformarla in energia positiva. Anche perché ci porta in Europa League, una competizione che considero propedeutica per il futuro della Roma, che dovrà essere sempre in Europa. Anche la crescita dell’Atletico Madrid è cominciata così, vincendo questa competizione. La onoreremo e proveremo a fare lo stesso».

SCUDETTO E GENOA Ed allora il giorno dopo si riparte da qui, dagli obiettivi e dalla voglia di vincere lo stesso qualcosa. È un po’ il leit motiv della festa di Villa Miani (per l’occasione colorata di luci giallorosse), lo splendido scenario nella Roma che conta, in cui Totti e compagni hanno festeggiato con largo anticipo il Natale. «Colpa» di Pallotta, che oggi tornerà negli States. Il presidente doveva parlare, si è limitato al brindisi: «Sono orgoglioso di tutti voi, anche dopo la sconfitta di mercoledì. La vittoria più bella è che Castan stia bene, molto di più di quella che poteva arrivare contro il City». Poi il presidente ha rilasciato il palcoscenico ai suoi collaboratori. «Ci restano tre obiettivi, li perseguiremo tutti, compreso lo scudetto che sognano i tifosi — continua Sabatini — Dobbiamo riprenderci subito con il Genoa: gara difficile, giocano un calcio garibaldino, fatto di corsa, sovrapposizioni, inserimenti». E poi si penserà anche al mercato (sotto l’approfondimento), il regno del d.s. giallorosso, il terreno in cui si trova più a suo agio. «I mancati introiti di Champions sono una perdita grave, ma non ci condizioneranno. Ci inventeremo qualcosa, rastrelleremo i soldi che ci servono. Stiamo studiando dove intervenire. Un centrale? Forse, anche se io confido molto nel recupero veloce di Castan».

KEVIN E GLI ALTRI Ed i tifosi confidano in lui per sognare ancora con Strootman, tolto dal mercato tempo fa da Pallotta («Non lo cediamo neanche per 95 milioni di euro») e ieri dal d.g. Baldissoni: «Non è in vendita, non abbiamo mai sentito il Manchester United, gli vogliamo costruire la squadra attorno». Così, Sabatini non può far altro che allinearsi. «Ubi maior, minor cessat : se non lo vendono loro non posso neanche io. A meno che all’ultimo tuffo non arrivi una proposta indecente e allora magari un golpe potrei farlo — scherza il d.s. —. Ma non credo, Kevin è un simbolo, non possiamo rinunciarci». Come non vuole rinunciare allo scudetto Miralem Pjanic, l’altro faro a centrocampo: «Peccato per la sconfitta con il City, volevamo passare il turno. Dobbiamo dimenticare e rituffarci nel campionato vogliamo regalarci sei punti prima di Natale, il modo migliore per riprendere la corsa allo scudetto». A patto che si torni a giocare come prima. «Forse il gioco è meno spumeggiante, ma abbiamo avuto circa 20 infortuni, i risultati restano ottimi — dice De Sanctis — La Champions? Non abbiamo sfruttato le occasioni».

STADIO Così Pallotta oggi tornerà neli States, sperando di trovare sotto l’albero di Natale un’accelerate per la questione stadio. Il p.m. Pignatone ieri ha dato «informalmente» il via libera per quanto riguarda ciò che gli riguarda (collegamenti con l’inchiesta Mafia Capitale), martedì il consiglio comunale potrebbe/dovrebbe votare la delibera ad hoc. Sempre che l’opposizione non si metta di traverso, allungando i tempi e facendo slittare il tutto. Dovesse succedere, per fortuna la festa di Natale sarà già andata in onda. Perché, nel caso, allora ci sarebbe davvero poco da festeggiare.