Sette mesi dopo l’Al Jazira, Gervinho «rischia» di restare ancora una volta a Trigoria, se dalla Cina non arriveranno notizie diverse da quelle piombate su Milano (il ritorno in rossonero di Luiz Adriano). Come si legge sull'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, la situazione è chiara: i contatti e gli incontri tra Sabatini e gli emissari del club cinese non hanno portato alla formalizzazione di un’offerta vera e propria, come si aspettavano a Trigoria. Lo Jiangsu, a parole, è arrivato a una proposta di 10 milioni di euro, la Roma è ferma a una valutazione di 12. Non una distanza incolmabile ma solo parole, al momento, e nulla di più. E Gervinho si è fatto presto convincere dai cinesi con un triennale da 8 milioni netti a stagione, benefit compresi, più del doppio dell’ingaggio attuale ma senza offerta ufficiale sta per bloccarsi il mercato della Roma. Ecco perché già ieri Luciano Spalletti ha provato a sondare il terreno con l'ivoriano.
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Cina, Gervinho stop: era convinto, ma solo a parole
Sette mesi dopo l’Al Jazira, Gervinho «rischia» di restare ancora una volta a Trigoria
L’affare Perotti viaggia su un binario parallelo, la possibile permanenza di Gervinho farebbe saltare l’arrivo di El Shaarawy. L’addio in prestito di Castan, al quale la Roma ha lasciato libertà di scelta, apre invece le porte all’arrivo di un difensore: offerto Caceres. Ma intanto Sabatini ha chiuso per il portiere Alisson per 7 milioni; mentre a inizio febbraio Sabatini farà un tentativo con l’Arsenal per prolungare di un’altra stagione il prestito di Szczesny. Per l’attacco, ecco dall’Argentina conferme sull’arrivo di Lucas Boyé, classe 1996, di proprietà del River Plate e oggi al Newell’s Old Boys.
D.Stoppini
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