rassegna stampa

Che centravanti serve? La nuova Roma al bivio

Spalletti crede in Dzeko che continuerà a essere un punto fermo della squadra, anche se entrerà nelle rotazioni come tutti (31 finora gli impiegati)

Redazione

Spalletti ha già ricostruito la Roma? Il presidente Pallotta ci crede: «Ce l’ha fatta in tre settimane, lavorando notte e giorno». L'altra domanda è se il suo calcio deve sposarsi per forza con un centravanti oppure se utilizzerà più spesso la formula delle due punte, con Perotti trequartista. L’allenatore ha apprezzato così tanto il palleggio dell'argentino che a fine partita ha detto pure come Perotti potrebbe essere schierato persino al posto di Pjanic. Effetti collaterali? Uno su tutti: questa squadra (assai bella) per funzionare bene deve correre molto, e non sempre le condizioni di forma lo consentono per tante partite consecutive. Morale: a volte il centravanti che tiene palla, fa salire la squadra e respirare la difesa serve, per non parlare quando in casa si deve scardinare difese chiuse. E allora si torna a Dzeko.

Spalletti ha un’enorme stima del bosniaco. Dopo la vittoria col Sassuolo, a uno sventurato (non un calciatore) che faceva dell’ironia sull’assenza di Dzeko in concomitanza con la nascita di sua figlia Una (auguri!), l’allenatore ha risposto a muso duro: nessuno si azzardi a fare ironia su Edin che è un campione ed un eccellente professionista; se la Roma nella storia ne avesse avuti tanti così, avrebbe vinto una ventina di scudetti. Chiaro no? Luciano crede in lui. Perciò Dzeko continuerà a essere un punto fermo della squadra, anche se entrerà nelle rotazioni come tutti (31 finora gli impiegati).

(M.Cecchini)