La partita più difficile è durata quasi quattro ore. Dalle 8.30 di ieri mattina fino ad oltre mezzogiorno Leo Castan ha giocato per la propria vita, mentre tutto il mondo del calcio – a partire dalla sua Roma – ha fatto il tifo. E al fischio finale l’arbitro sembra aver sorriso: dopo la delicata operazione al cervello, la malattia – il cavernoma – sembra sconfitta, anche se gli effetti collaterali per un intervento del genere andranno verificate nelle prossime ore.
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Castan, operazione ok: quattro ore sotto i ferri «Ritornerà a giocare»
La partita più difficile è durata quasi quattro ore. Dalle 8.30 di ieri mattina fino ad oltre mezzogiorno Leo Castan ha giocato per la propria vita, mentre tutto il mondo del calcio – a partire dalla sua Roma – ha fatto il tifo.
A farci da guida nella giornata particolare del difensore brasiliano è l’uomo che, insieme ai professori Di Lazzaro e Colosimo – che avevano diagnosticato la malattia – è stato l’artefice della «vittoria» di ieri. Parliamo del professor Giulio Maira, il neurochirurgo che a Roma ha operato Castan. «È stato un intervento molto complesso – racconta – perché il cavernoma del peduncolo cerebellare medio di sinistra si trovava molto in profondità nella testa, circa tre centimetri, e per di più vicino al nervo facciale. Per questo, oltre al microscopio chirurgico e il neuronavigatore, abbiamo utilizzato costantemente anche un neurostimolatore, effettuando alla fine una risonanza magnetica che ha dato esiti confortanti. Certo, la prognosi non è ancora sciolta e il giocatore è in terapia intensiva, ma già parla e ha chiesto subito informazioni sulla sua condizione. Sia lui sia la sua famiglia sono apparsi molto sereni. Se tutto andrà bene domani (oggi, ndr ) Castan tornerà in camera e successivamente proverà ad alzarsi».
Con queste premesse, è logico che Maira al momento si interessi più all’uomo che all’atleta. «Se è vero che altri calciatori in passato sono tornati a giocare dopo un intervento del genere (ad esempio Melchiorri del Pescara, ndr ), c’è da dire che ogni cavernoma è diverso dall’altro. Bisogna aspettare e vedere se ci saranno conseguenze di qualche tipo, neurologiche e non. Comunque, qualora le cose andassero nel migliore dei modi, prima di due-tre mesi sarebbe impensabile che ricominci a fare attività fisica, quindi questa stagione per lui è virtualmente chiusa. Ma ogni discorso sul tema attualmente è prematuro. Ciò che conta è che Castan abbia risolto il grave problema che lo ha limitato e che non è stato di facile individuazione. Tutto il resto, viene dopo».
Tra le centinaia di messaggi di solidarietà giunti al brasiliano tramite i social, segnaliamo quello di Rudi Garcia, che dice: «Abbiamo avuto delle buone notizie, appena potremo ti verremo a fare una piccola visita». E Pjanic aggiunge: «Speriamo possa tornare presto e più forte. Leo è un ragazzo d’oro, un grande, e nel gruppo è molto amato». La vittoria più bella di Castan, forse, è proprio questa.
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