rassegna stampa

Castan: “Dovevo smettere, ora lo scudetto”

"Mio figlio di 10 anni mi chiedeva perché non giocassi con la Roma, ma non potevo rispondere che avevo paura di operarmi. Così mi sono detto: “Devo dare l’esempio di padre ai miei bambini”. E allora ho deciso di fare l’intervento"

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Metti un pomeriggio con Leandro Castan e Babbo Natale. «In regalo voglio lo scudetto», fa il brasiliano. Risate e applausi dei compagni, l’abbraccio di Rudi Garcia, la voglia di Roma, qualcuno che si commuove pure. C’era un clima gioioso ieri a Trigoria. Perché i giocatori hanno festeggiato il Natale riempiendo il centro sportivo di bambini: i figli dei calciatori, dei dipendenti, dei preparatori. E regali per tutti, all’arrivo di Santa Claus. Garcia aveva chiesto a chiunque di restare, anche a chi ancora papà non è. S’è fermato pure Castan, senza i suoi bambini, ma con la faccia più sorridente di tutti gli altri. Il perché il brasiliano l’ha svelato in un’intervista al Tg1: «Mi avevano detto che non avrei potuto più giocare a calcio — ha detto il difensore —. Mio figlio di 10 anni mi chiedeva perché non giocassi con la Roma, ma non potevo rispondere che avevo paura di operarmi. Così mi sono detto: “Devo dare l’esempio di padre ai miei bambini”. E allora ho deciso di fare l’intervento».

Castan ha da poco tolto i punti di sutura alla testa, anche la visita della scorsa settimana è andata bene. «Tutto è cominciato dopo EmpoliRoma (del 13 settembre, ndr), alla sera tornato a casa mi sentivo come in barca, mi girava la testa. Sono andato a dormire senza pensarci, ma ero sempre stanco — il ricordo —. La mattina successiva mi sono fatto visitare, così dopo una risonanza hanno trovato questo edema al cervelletto. Senza operazione avrei dovuto smettere, ora va tutto alla grande. Quando il professore che mi ha operato (Maira, ndr) mi ha detto che il cavernoma era stato completamente asportato, ho pensato davvero che fosse il giorno più felice della mia vita. Ringrazio Dio per come è andata ». E per come andrà, perché Castan ha una voglia matta di tornare a giocare. Accadrà solamente la prossima stagione, la via per il ritorno in campo è ancora lunga e quasi tutta ancora da percorrere. Ma ormai la tempistica è un fatto secondario: «Adesso, se possibile, sono ancora più innamorato di questa città e di questa squadra — ha spiegato il difensore —. Voglio vincere lo scudetto, sarebbe bellissimo. E sono sicuro che la strada è quella giusta, l’ho detto anche ai miei compagni». Oltre che a Babbo Natale, ovvio.