rassegna stampa

Castan di corsa: «Torno e gioco. Battaglia vinta»

"Questa battaglia non l’ho vinta da solo, ma con tutte le persone che mi sono state accanto" ammette il brasiliano

Redazione

«Tornerà di certo, vedrete che per la prossima stagione sarà pronto». In fondo, la notizia più importante la dà ancora una volta il professor Giulio Maira, l’uomo che a dicembre lo ha operato per la rimozione del cavernoma. Leandro Castan è più cauto ed è anche comprensibile, visto quello che ha passato. Dice che sta «lavorando per tornare alla grande», che «dalle 8 di mattina alle 8 di sera è a Trigoria», ma dice anche che non vuole rivelare la data della sua visita di idoneità. Ne ha fatte tante in carriera, questa è quella che gli cambierà la vita. E quindi non si sbilancia: «Il mio non è stato un intervento al ginocchio, ma qualcosa di molto più delicato. La visita ci sarà presto, ma non voglio pressioni».

GUERRIERO E PRINCIPESSA La routine lo sta aiutando: lui si allena a Trigoria, la moglie Bruna lo aspetta a casa con i due figli (Gabriel, 5 anni, e Gianluca, 2), in attesa del terzo. Pardón, la terza. La prima femmina, la «principessa», come la chiama papà Leandro. Sta ancora nel pancione della mamma, Raffaella, il parto è fissato per il 18 giugno, nel frattempo per ingannare l’attesa la signora Castan si diverte a posare per riviste specializzate per future mamme e lui — che magari si diverte un po’ meno — ha un obiettivo fisso con cui si alza la mattina: «La testa è importante, così come la fede. Nei momenti più duri, quelli in cui sei sul lettino, non parli con nessuno e allora ti rivolgi a Dio. Ma anche la famiglia e le persone che ti sono vicino sono importanti perché io questa battaglia non l’ho vinta da solo, ma con tutte le persone che mi sono state accanto».

BATTUTE E SORRISIL’umore è ottimo: presente in Campidoglio ad un evento promosso dalla Fondazione Atena Onlus, accanto al professor Maira, Castan riesce a parlare senza problemi dei momenti che hanno preceduto l’intervento: «Per un attimo, mentre andavo in clinica, ho pensato di non farcela. Però poi sono stato sempre tranquillo perché sapevo che ero in buone mani e che il professore era eccezionale». E via i brutti ricordi, come quando gli hanno detto che non avrebbe più «potuto giocare a pallone. Ma io sapevo che non era così». Lo sapeva talmente tanto che oggi Maira si spinge a dire: «Aspettiamo la visita, che ci sarà tra due o tre settimane, ma ormai Castan potrà tornare a giocare. Si tratta di una pura formalità».

PROGRAMMA Castan lavora in campo, in palestra e in acqua, ha dovuto smaltire un affaticamento a un polpaccio, sta cercando di riacquistare potenza e massa muscolare. L’obiettivo, una volta avuto l’ok dei medici, è il ritiro di Pinzolo per lavorare con i compagni e riprendere ritmo dopo un anno di inattività. Per le prime partite si parla di agosto, ma per scaramanzia nessuno conferma. Né, però, smentisce. E questa per Leandro è la notizia migliore.