rassegna stampa

Campidoglio da curva… Stadio: il primo mattone

La maggioranza più o meno compatta stavolta non ha tradito Ignazio Marino, che ha raccolto pure qualche adesione tra i banchi dell’opposizione di centrodestra.

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Una lunga, lunghissima giornata. A tratti surreale, perfino grottesca. Conclusa all’ora di cena, con una votazione che non ha regalato (ulteriori) colpi di scena: 29 voti favorevoli, 8 contrari, 3 astenuti. Ieri sera, anche l’Assemblea capitolina ha riconosciuto il «pubblico interesse» del progetto Tor di Valle. La maggioranza più o meno compatta stavolta non ha tradito Ignazio Marino, che ha raccolto pure qualche adesione tra i banchi dell’opposizione di centrodestra. «Un grande giorno, non solo per i tifosi della Roma – ha commentato il sindaco, uno dei 29 voti favorevoli alla delibera –. Abbiamo ascoltato tutti i consiglieri, accogliendo le loro proposte di cambiamento e inserendo più opere pubbliche per i cittadini, a partire dal trasporto su ferro. Lo stadio sarà all’avanguardia, migliorerà la vita dei cittadini, muoverà 1,5 miliardi di investimenti e creerà oltre tremila posti di lavoro». Finalmente soddisfatto pure James Pallotta, che in una nota ha inviato le proprie «congratulazioni a tutti i romani per questo storico giorno per la città e il club».

CHE GIORNATA Certamente, è stata la degna conclusione di un calvario di 109 giorni, tanti ne sono trascorsi dalla delibera della Giunta all’approvazione dell'Assemblea. Quasi quattro mesi per modificare la concessione del bollino di pubblico interesse al progetto di Parnasi e Pallotta, con una manciata di ordini del giorno e appena 12 emendamenti (bipartisan) sopravvissuti al giudizio dell’aula Giulio Cesare, peraltro giusto un paio davvero significativi, soprattutto quello che garantisce il contratto tra la Roma e la proprietà dello stadio per i prossimi trenta anni, pena il pagamento di una penale. Se non è il classico caso della montagna che ha partorito un topolino... Per carità, come hanno ricordato il sindaco Marino, «tutti dovevano avere la possibilità di partecipare al dibattito». Però, nessuno aveva il diritto di trasformare un luogo di democrazia in un circo di frizzi e lazzi, come è stato nell’antipasto mattutino (cominciato con un’ora di ritardo per mancanza del numero legale) e in certi momenti della no stop pomeridiana, con urla, imprecazioni, parolacce, ma pure risate e pacche sulle spalle tra consiglieri di opposte fazioni, tanto da generare un dubbio che dodici ore di dibattito democratico alternato all’avanspettacolo non hanno chiarito: ma questi ci sono o ci fanno?

ORA IN REGIONE La palla torna ai soggetti proponenti e quando avranno trasformato lo studio di fattibilità in un progetto definitivo, passerà alla Conferenza di servizi regionale, che avrà 180 giorni per dare l’ok finale. «Noi abbiamo completato una parte da amministratori e con rigore – ha rivendicato Marino –, senza voler dare a Pallotta nessuno sconto o trattamento di favore. Anzi, gli abbiamo chiesto di aumentare in maniera significativa le opere pubbliche e il loro costo. Ora, sono convinto che con lo stesso rigore la Regione analizzerà il progetto e Pallotta, ricevuta anche quell’approvazione, farà un lavoro serio ed efficiente. Mi auguro davvero che l’anno prossimo sia posata la prima pietra e lo stadio veda la luce nel 2017, in tempo per vederci giocare Totti». Anzi, come ha detto Pallotta, «tutti aspettiamo di giocarci...».