rassegna stampa

Buffon Il più azzurro di sempre «convoca» Totti «È immortale»

(Gazzetta dello Sport – A.Elefante) Sulla schiena il peso di «dodici giorni di influenza, e ho avuto pure un febbrone da cavallo».

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(Gazzetta dello Sport - A.Elefante)Sulla schiena il peso di «dodici giorni di influenza, e ho avuto pure un febbrone da cavallo». Sul braccio, anche domani sera, la fascia da capitano, ma quella - come la sua 137a partita azzurra - non è mai stata un peso, dice Gigi Buffon.

Dunque non è vero che ci sono frizioni fra club e Club Italia?

«Chi viene qui lo fa con grande entusiasmo e noi siamo responsabili abbastanza da sapere cosa fare per chi ci paga e allo stesso tempo per onorare la maglia dell’Italia. La Nazionale è la miglior espressione del calcio italiano: la sicurezza con cui affrontiamo e vinciamo certe partite non è la stessa dei nostri club, che pagano il cambiamento di certi equilibri in Europa. In molti non se ne fanno una ragione, ma è così».

Eppure queste due partite con Danimarca e Armenia non sono da vita o morte.

«Ma trovare le energie giuste è comunque un obbligo, ai club si darà la priorità successivamente: c’è un percorso lungo tre anni da onorare».

Eppure lei aveva detto di volersi gestire un po’.

«Gli impegni con la Nazionale sono così pochi che diventa difficile rinunciare. Nel club è diverso: piuttosto che giocare 60 partite, meglio 55 evitando quelle che non si vivrebbero con l’energia giusta».

Un buon discorso anche per il candidatissimo azzurro Totti?

«Per lui ho già fatto panegirici non indifferenti: per certi versi Francesco è immortale, con le sue doti naturali e in queste condizioni psicofisiche può fare la differenza su qualsiasi palcoscenico e a qualunque età. E se dovesse arrivare così al momento delle convocazioni, nessun allenatore - ma anche nessun tifoso - avrebbe dubbi».

Prandelli non ha avuto dubbi a convocare Balotelli.

«L’unico a dover decidere è lui e la sua mi è sembrata una decisione inequivocabile. Mario è arrivato qui a squalifica scontata, scaduta: il ragionamento non fa una grinza».

Ci ha parlato?

«Per forza, è mio vicino di camera... Ma si scherza, o si parla d’altro. In certi momenti gli serve decantare e serve allentare la pressione che c’è su di lui: non posso essere io ad aumentarla».

Da capitano: preoccupato che Balotelli possa sbagliare ancora?

«A noi giocatori interessa l’armonia dentro lo spogliatoio e lui non è mai stato un elemento di disturbo: anzi, spesso ci mette di buon umore».

Però Prandelli vi ha fatto un discorso preciso, in vista del Mondiale.

«Ci ha chiesto disponibilità e impegno a non metterlo in difficoltà con i nostri comportamenti: ce lo aveva già chiesto altre volte».

Vi ha chiesto anche di battere la Danimarca: il loro «biscotto» con la Svezia del 2004 è un motivo in più per provarci?

«Io quella notte dormii lo stesso e poi di allora siamo rimasti solo io e Pirlo: è una partita che gli altri manco ricordano, me la stavo scordando anch’io... No, non riesco a provare rancore per chi guardò ai suoi interessi».

E per chi ha scelto questi nuovi palloni?

«Bisogna farsene una ragione, essere portiere è diventato difficilissimo, a 20 anni come a 35: ormai non blocchi più, respingi, e se tutti provano a tirare da 40 metri un motivo ci sarà, no?».

Però la Juve sta prendendo troppi gol a prescindere dai palloni, no?

«Ognuno di noi ci ha messo un po’ del suo, sappiamo di dover e poter fare meglio, ma forse abbiamo abituato tutti troppo bene. Autocritica non è uguale a autolesionismo: su dieci partite ne abbiamo comunque vinte sette e pareggiate tre, ecco perché ci sentiamo ancora più forti. La stagione è lunga e la gara con il Galatasaray ha detto che ce la possiamo giocare anche in Champions».

Le fa più paura la Roma o il Napoli?

«A me fa paura anche l’Inter, ma di sicuro la Roma mi trasmette grande energia: qualcosa le è andata anche bene, ma molto dipende dalla voglia che hai di farti andare bene le cose. Quest’anno non ci mancherà la concorrenza: ecco perché dobbiamo pigiare sull’acceleratore e cercare di tornare in testa il prima possibile».