rassegna stampa

Azioni in Cina con furore. Pallotta contro Unicredit

(Gazzetta dello Sport – A.Pugliese/A.Catapano) Il comunicato-bomba che sconvolge una tranquilla vigilia di campionato e gli equilibri societari della Roma, arriva poco prima delle 17. Lo firma un arrabbiatissimo James Pallotta.

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(Gazzetta dello Sport - A.Pugliese/A.Catapano) Il comunicato-bomba che sconvolge una tranquilla vigilia di campionato e gli equilibri societari della Roma, arriva poco prima delle 17. Lo firma un arrabbiatissimo James Pallotta.I suoi collaboratori spiegano che la continua fuga di notizie sulla trattativa con il cinese Chen Feng – che lui addebita a UniCredit e, giura, aver scoperto solo dai giornali – lo ha mandato su tutte le furie. «Contrariamente a quanto riportato ultimamente, non ci sono stati negoziati tra noi e potenziali investitori cinesi – si legge nella nota –. Restiamo continuamente costernati per la sciocca e imbarazzante diffusione da parte di Unicredit di false informazioni nei media. Questo è vergognoso e fa male a me, alla nostra squadra e ai nostri tifosi. Chiunque è coinvolto in questo tipo di attività deve essere ritenuto responsabile per qualsiasi danno arrecato al nostro club dentro e fuori dal campo, e dovrebbe chiedere scusa ai nostri tifosi. Forza Roma!».

RETROSCENA La banca – socio di minoranza che tratta la cessione di parte delle sue azioni a Chen Feng, con l’obiettivo di restare in campo con una quota minima da sfruttare in futuro nell’operazione stadio – ha subito un attacco senza precedenti. Il vice d.g. Paolo Fiorentino, membro del comitato esecutivo della Roma che già due anni fa aprì ai cinesi, commenta così: «Forse il presidente Pallotta sta drammatizzando un po’ troppo». Politically correct , in realtà i vertici di UniCredit sono indignati, mai si sarebbero aspettati una nota tanto dura. I motivi che hanno mosso Pallotta, invece, li hanno ben presenti. Il presidente della Roma, suggeriscono dalla banca, non vede di buon occhio la trattativa con Feng, teme che un vero azionista di minoranza, in futuro, possa fargli ombra, contestargli le spese, costringerlo a nuovi aumenti di capitale, metterlo in difficoltà con i tifosi. In questi due anni di difficile convivenza con UniCredit, del resto, Pallotta si è abituato ad avere un partner silente e poco «interventista», che si è limitato a prestare denaro e ad avallare tutte le strategie sportive e aziendali degli americani, dalle scelte degli allenatori a quelle dei consulenti (quasi tutti racchiusi nel cerchio magico della Raptor). Salvo, negli ultimi tempi, aver intavolato trattative con cinque diversi interlocutori, uno forse interessato a rilevare tutta la società. La scelta, poi, è ricaduta su Chen Feng.

POSSIBILI SCENARI  La risposta della banca arriva all’ora di cena: «Su richiesta della Consob, UniCredit conferma che sono attualmente in corso discussioni con un investitore interessato a rilevare una quota della partecipazione detenuta dall’Istituto nella società che controlla la A.S. Roma. UniCredit non intende commentare quanto affermato dal sig. Pallotta e si limita a sottolineare che, successivamente al comunicato diffuso il 21 novembre in conformità con le normative in materia di società quotate, nessuna ulteriore dichiarazione in merito è stata rilasciata da UniCredit». Il comunicato, pur scritto in politichese, contiene un messaggio chiaro: la banca continuerà a trattare con Chen Feng. Con quali possibili strascichi dipenderà da Pallotta, che fa sapere di volersi scegliere gli interlocutori che preferisce e di avere un «diritto di prelazione» sulla quota di UniCredit. Se vorrà opporsi alla cessione a Feng, dovrà pareggiare la sua offerta. Ma a quel punto, che ne sarà del rapporto con la banca? Il braccio di ferro ha tutta l’aria di essere appena cominciato.