Edin Dzeko è entrato di diritto nella hall of fame degli attaccanti che tanto promettevano e tanto poco hanno espresso sul campo, in Serie A. Da lui la Roma tutta si aspettava molto di più, non solo in termini di gol. E invece pare un altro Mario Gomez: aveva lasciato il Bayern, a Firenze è rimasto due stagioni segnando in tutto sette gol in A. Andò via da signore, con una lettera ai tifosi viola. Come non ricordare Ian Rush alla Juventus, ma il migliore, anni dopo, era pure Darko Pancev, il cobra, Scarpa d’oro 1991 e secondo classificato al Pallone d’oro. Da cobra all’Inter diventò ramarro, protagonista indiscusso di «Mai dire gol», scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport".
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Ave Edin, gli altri Dzeko ti salutano
Il centravanti bosniaco della Roma è entrato di diritto nella hall of fame degli attaccanti che tanto promettevano e tanto poco hanno espresso sul campo, in Serie A. Come lui, ce ne sono stati tanti nella storia del campionato italiano
Era il 1988 quando a Trigoria in elicottero sbarca Renato Portaluppi. Il Guerin Sportivo titola «Re nato». A fine stagione tornò al Flamengo senza neppure un gol, con quel soprannome – «Pube de oro» – lasciò rimpianti giusto alle donne romane. Hakan Sukur invece provò prima col Torino, poi con l’Inter e infine col Parma: 9 gol totali, pochi per uno che al Galatasaray si era stufato di esultare. E Rivaldo? Pallone d’oro 1999, sbarcò al Milan nel 2002, dopo un anno e mezzo rescisse con 5 gol in A.
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