Ormai è chiaro, ci deve essere un karma arbitrale negativo che probabilmente aleggia sui Roma-Empoli. Dopo i veleni di Coppa Italia del 20 gennaio – col malinconico rigore che ha spianato ai giallorossi la strada dei quarti – ancora una volta l’1-1, santificato dalle reti di Maccarone (su rigore) e Maicon, è partorito da un match ricco di episodi discussi. L’espulsione di Saponara, il possibile rigore su Pucciarelli, un pugno di Pjanic a Mario Rui a palla lontana e un mani in barriera di Zielinski sono gli episodi più eclatanti di un rosario di eventi che vedono la Roma uscirne meglio dal punto di vista arbitrale rispetto all’Empoli, tant’è che Sarri viene espulso per proteste. Intendiamoci, il pareggio è tutto sommato giusto, ma sul piano del gioco è la squadra toscana, che vince ai punti, controllando la munifica batteria di avversari teoricamente nobili. Il problema è che il gruppo di Garcia si è perso: sesto pareggio nelle ultime otto partite, ancora una volta il primo tempo regalato all’avversario, con i giallorossi che hanno subito il 75% delle reti nella prima frazione senza che sia stata trovata una contromisura. Con queste premesse, più che pensare alla Juve – che oggi può arrivare a +9 – meglio guardarsi dal ritorno del Napoli. E l’Olimpico lo ha capito, fischiando ferocemente i giallorossi e gridando «tirate fuori le palle». Comprensibile, visto che in casa non vince (Coppa esclusa) dal 30 novembre.
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AccidEmpoli, Roma: la Juve così scappa Meglio Sarri, e senza aiutini
Il gruppo di Garcia si è perso: sesto pareggio nelle ultime otto partite, ancora una volta il primo tempo regalato all’avversario
ANSIA ITURBE Rispetto alla Coppa, entrambe dal primo minuto cambiano mezza squadra (cinque la Roma e sei l’Empoli), ma nella prima frazione il rendimento degli ospiti è superiore. Totti e Pjanic non chiudono mai sui primi tocchi di Valdifiori, che così è libero d’impostare a piacimento trovando sempre uno tra Pucciarelli e Maccarone pronto ad accorciare e l’altro ad andare in profondità. Giocata elementare, ma che pure riesce sempre a mandare in confusione la difesa giallorossa che ha il solo Manolas – fino all’espulsione – ad uno standard accettabile, anche perché Vecino, Croce e a turno uno dei due esterni di difesa accompagnano sempre l’azione.
Paradossalmente è Saponara, che pure si procura il rigore, il meno ispirato dei suoi, che però godono di meccanismi collaudati anche in retroguardia. I giallorossi, che mandano subito Keita in campo nonostante sia fresco reduce dalla Coppa d’Africa, non trova le misure del gioco corto, mentre riescono ad essere più efficaci quando hanno spazi a disposizione, cosa che capita non di rado visto che i toscani a volte provano il pressing alto. In questo senso Iturbe sembra essere utile, finché un infortunio al ginocchio destro (con interessamento dei legamenti) e alla caviglia non lo toglie di scena anzitempo, gettando nello sconforto Garcia. In ogni caso, la tempistica della cessione di Destro rispetto all’arrivo di Doumbia (e forse Ibarbo) è stata senz’altro discutibile. Non basta. Maicon, se si eccettua il gol giunto anche con la complicità del lento Sepe, è l’ombra del campione che è stato, mentre Holebas mostra tutti i suoi limiti. Stavolta, poi, Pjanic e Ljajic faticano a porre rimedio alla moria di gioco – sostenuto dal solito Nainggolan – anche perché stranamente Totti non riesce a trovare la posizione, tant’è che Garcia lo sostituisce non appena si trova in inferiorità numerica. Il tutto maturato al 38’, quando su lancio di Hysaj c’è Saponara a sgusciare verso la porta prima che Manolas lo atterri in area: è rosso e rigore, che Maccarone trasforma.
FISCHI OLIMPICO Se tutto continuasse così, l’impressione è che l’Empoli potrebbe vincere senza soffrire, ma la generosa espulsione di Saponara riequilibra tutto, facendo ripartire le squadre alla pari nella ripresa. Logico che all’inizio dei diminuiti equilibri tattici se ne giovi la squadra più tecnica, cioè la Roma, che al 12’ pareggia con un sinistro di Maicon (non gli riusciva un gol con quel piede dal 2009) e al 17’ colpisce la traversa con Astori a seguito di azione d’angolo. Per la prima volta, poi, Pjanic e Nainggolan impegnano Sepe con due conclusioni decorose, ma è un fuoco di paglia. L’Empoli controlla meglio il palleggio e meriterebbe un rigore per fallo di Yanga-Mbiwa su Pucciarelli. Buon per i giallorossi che nessuno degli arbitri si accorga del pugno di Pjanic, perché l’inferiorità numerica avrebbe cancellato la Roma dal campo. Invece la squadra ci prova fino alla fine, anche se solo con una serie di cross sbagliati e un rosario di tiri fuori misura. L’impressione finale è che – al netto del mani di Zielinski – in fondo se fosse stato più convinto, sarebbe stato l’Empoli a poter fare male, ma la sconfitta sarebbe stata eccessiva per una Roma che in due mesi – tra errori e presunzione – si è buttata via.
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