(Il Romanista - D.Galli) «Investitori stranieri nell’As Roma? Perché no? Ci confronteremo con nuovi sistemi e con un modo diverso di gestire il calcio». Non c’è solo una tifoseria intera in fermento, non c’è solo il popolo romanista ad attendere la svolta nella cessione del club.
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Prandelli: «Sì agli americani»
(Il Romanista – D.Galli) «Investitori stranieri nell’As Roma? Perché no? Ci confronteremo con nuovi sistemi e con un modo diverso di gestire il calcio». Non c’è solo una tifoseria intera in fermento, non c’è solo il popolo...
Tra chi si aspetta il passaggio di proprietà, tra chi pensa che affidare l’As Roma a capitali esteri rappresenti una opportunità per il calcio italiano, c’è anche Cesare Prandelli. «La Premiership - commenta il ct azzurro - ci dice che investitori stranieri non portano solo soldi, ma anche nuove idee». Prandelli ha ragione. Se tutto andrà per il verso giusto, se quindi si andrà in trattativa esclusiva con il consorzio guidato da Thomas Richard DiBenedetto, e non giungono per ora segnali contrari, una volta che l’As Roma sarà passata di mano, la cordata comincerà a lavorare su un progetto innovativo per il sistema calcio. Il club non si priverà dei gioielli. Si punterà certamente a razionalizzare le spese. Ma nell’ottica di una gestione intelligente del proprio patrimonio. Gestione che, a medio e lungo termine, dovrebbe prevedere una nuova strategia di marketing. Si parla dell’apertura di negozi As Roma in tutto il mondo. A fronte di una forte penale, dovrebbe cambiare anche lo sponsor tecnico. Nike è in pole. Incrementando i profitti - leggi anche stadio di proprietà - sarà possibile investire cifre importanti nella campagna acquisti. I tempi, dicevamo, non dovrebbero essere interminabili. Entro la fine della settimana dovrebbero esserci sviluppi positivi in merito alle integrazioni chieste da Unicredit e Roma2000. Tra queste, figurano i nominativi di tutti i membri del consorzio americano. A Trigoria non sono preoccupati dell’inevitabile rivoluzione societaria. Lo sono semmai degli ultimi pessimi risultati raccolti sul campo. Rosella Sensi ha lanciato un monito alla squadra: «Noi dobbiamo rispettare chi viene. Verranno gli americani, non lo so. M aabbiamo il dovere - ha sottolineato il presidente - di dare il massimo proprio per chi viene. Non ci facciamo distrarre da tutte queste notizie che giungono sul futuro della società. Dobbiamo dare il massimo per chi arriva». Il messaggio è chiaro. Il passaggio di proprietà non deve essere un alibi per i giocatori. I Sensi ci hanno abituato bene. Dobbiamo restare lassù, ce lo impone la nostra storia. E poi non raggiungere l’obiettivo minimo della zona Champions, pure se a Trigoria dovesse essere issata una bandiera a stelle e strisce, ci costringerebbe a una possibile partenza in salita. Sarebbe un peccato.
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