rassegna stampa roma

Zeman, il Maestro dei carneadi

(Il Romanista – M.Izzi) – Questo articolo è frutto di una riflessione a voce alta, ma è forse destinato più a una parte degli opinionisti e dei giornalisti della carta stampata e delle radio che ai tifosi.

Redazione

(Il Romanista - M.Izzi) - Questo articolo è frutto di una riflessione a voce alta, ma è forse destinato più a una parte degli opinionisti e dei giornalisti della carta stampata e delle radio che ai tifosi.

Il tema in questione è lo scetticismo verso i nomi caldi del mercato romanista. È p a c i f i c o che le perplessità sono legittime in qualsiasi campo, figurarsi in una scienza incerta, umorale e opin a b i l e c o m e quella del calcio. Opinabile soprattutto da parte di un settore, quello dei media, che oltre ad informare ha come propria “mission”, proprio quella di creare dibattito, discussione. Detto questo, occorre partire da una tesi che g e n e r a g i o - coforza dei corol l a r i : l ’ ambiente di Roma ha intenzione di dare fiducia a Zeman, sì o no? I tifosi della Roma in grandissimo numero hanno deciso di concederla e lo dimostra, tangibilmente, la quota record di abbonamenti sottoscritti. Considerando la serietà, lo scrupolo e la professionalità di un uomo come Zeman, nessuno può mettere in dubbio che i nomi presi in considerazione per la campagna rafforzamenti della Roma abbiano ricevuto il gradimento del tecnico. Ora si possono criticare le scelte fatte dalla Roma, ma non si può, a mio avviso, acclamare Zeman e censurare a priori il suo operato scegliendo di attribuire tutta la responsabilità alla Società. Questo sarebbe ingeneroso verso la Roma, ma ancor di più lo sarebbe verso il Mister che oggi aprirà la sua seconda era giallorossa. Non abbiamo la palla di vetro per sapere se il mercato 2012 della Roma sarà vincente, ma una cosa è certa, nelle reti gettate da Zeman e dalle società che hanno creduto in lui, quasi sistematicamente c’è stato un “tesoro tecnico” da raccogliere. E sì, perché il pallino dei giovani Zeman lo ha sempre avuto. Il Pallone d’Oro vinto nel 2003 riassume bene il senso della sua carriera. Arriviamo ora alla prima campagna acquisti della Roma di Zeman, stagione 1997/98.

Tra i volti nuovi a Trigoria c’era un certo Ivan Helguera. Lo spagnolo, 22 anni, veniva da una stagione in sordina all’Albacete, con sole 14 presenze. Egli stesso, nella prima intervista a Trigoria, dichiarava: «I tifosi romanisti non possono fare salti di gioia per il mio acquisto, non sono un giocatore conosciuto, spero di farmi onore presto in campo e di diventare col tempo l’acquisto più importante del Club». Di tempo non gliene venne lasciato molto, ma Helguera si è rifatto nel Real Madrid dove ha vinto due Champions League, una Supercoppa Europea, una Coppa Intercontinentale, tre campionati spagnoli, una coppa e due supercoppe di Spagna. Sempre in quella stagione, dall’Empoli arrivava inoltre un certo Eusebio Di Francesco (Cafu è fuori da questo elenco perché quando giunse a Roma era già campione del mondo). A chi storceva la bocca accusandolo di non amare i campioni, Zeman rispondeva: «Non è vero, ma per me i campioni non sono i giocatori dal nome altisonante, per me il campione è un giocatore che ha qualcosa in più della media». Nel gennaio 1998, a torneo ormai al giro di boa, dal Corinthians giunse Carlos Zago, altro titolare della futura Roma Campione d’Italia. L’estate del 1998, viceversa, non regalerà grandi scoperte di mercato (fatto salvo il buon ingaggio di Luigi Di Biagio), ma tra i giovani aggregati in ritiro, Zeman portò Daniele Conti e Gaetano D’Agostino, entrambi protagonisti di una bella carriera.