(Il Romanista - D. Galli)- È il 10 febbraio. Non di una vita fa, ma in fondo sì, perché in 7 mesi è cambiato non tanto. È cambiato davvero tutto. Tecnici, direttori, calciatori. Tutto ma non Totti. È il 10 febbraio, è Genova, è la Samp. La Roma ha appena cestinato il disegno zemaniano, l’uomo della provvidenza pare un professionista abituato alla penombra. Si chiama Aurelio Andreazzoli e quel SampRoma segna il suo esordio in panchina. È una giornataccia. Osvaldo toglie a Totti il rigore del possibile 1-1 per far restare il risultato sull’1-0 e rendere immortale sul web quello Osbajo, sintesi estrema di una serie di autogol dell’italoargentino. Finirà 3-1, Genova sarà per loro.
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Riecco Marassi, Totti in piedi
(Il Romanista – D. Galli) – È il 10 febbraio. Non di una vita fa, ma in fondo sì, perché in 7 mesi è cambiato non tanto.
Quel 10 febbraio è però un’eccezione negativa. È un’anomalia, perché la Storia - quella con la esse maiuscola, quella di Totti, o meglio quella di Totti con la Samp - è fantastica. Totti con la Samp, anche se c’è mancato poco che non fosse Totti alla Samp. Colpa di quel signorotto argentino che nella stagione 96/97 relega ai margini di una Roma d’argilla il suo mostro d’acciaio. «Carlos Bianchi non sopportava i romani. Andando a Genova non sarei più tornato e adesso sarei più lontano». Totti l’ha detto (o ridetto) appunto 7 mesi fa, alla vigilia di uno dei Samp-Roma peggiori di sempre.
A tanto così dal via libera al trasferimento, Francesco s’esalta contro Ajax e Borussia Moenchengladbach nel triangolare "Città di Roma" e violenta un destino che sembrava scritto. Eppure, la Samp era già stata un meraviglioso capitolo di vita per Francesco. Giovedì 16 dicembre 1993 Totti fa l’esordio dal primo minuto con la maglia giallorossa. Ritorno del terzo turno di Coppitalia contro il Doria. Non andrà benissimo, la Roma verrà eliminata ai rigori ma senza più il Capitano, sostituito al 37’ della ripresa dal Carneade Walter Lapini. Altri due mesi e Totti debutta dall’inizio anche in campionato. Contro chi? Ma chiaramente contro la Samp. Again. Di nuovo. Passano le stagioni. Totti cresce, si libera dell’antipatica etichetta di Pupone per conquistare i galloni di Capitano, vince scudetto e Supercoppa. E persino nell’orrida stagione 2004/05 approfitta della Samp per raggiungere un record. Segna il gol numero 106, prende Pruzzo nella classifica che conta di più, quella dei cannonieri della Roma. Sopra il Bomber c’era il niente. Totti lo agguanta il 5 dicembre.
C’è veramente Totti e di più con la Samp, assieme al Cagliari al secondo posto tra le vittime sacrificali del Capitano con 14 reti in campionato, dopo l’inarrivabile Parma a 18. C’è l’avanzamento a centravanti deciso da Spalletti per carenze di prime punte nel 4-2-3-1 (18 dicembre 2005) e c’è un gol col piede mancino, l’anno dopo, che "The Sun" ha inserito tra i dieci più fichi di sempre. Lancio di qualche decina di metri di Cassetti, defilato a sinistra il Capitano colpisce al volo, Marassi applaude ammirato e stordito. «Totti è una leggenda vivente», dice Garcia. Già. Chiedere ai tifosi della Samp per eventuale conferma.
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