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Serie A, Nicchi denuncia: “Io e Rizzoli minacciati con plichi di pallottole”

Il presidente dell'AIA: "C'è un giornalista professionista che ha dichiarato che bisogna sparare agli arbitri, questa è la conseguenza"

Redazione

Il presidente dell'Associazione italiana arbitri Marcello Nicchi ha convocato una conferenza stampa durante la quale ha denunciato alcune minacce ricevute: "All'Associazione italiana arbitri sono arrivati plichi con pallottole indirizzate a me, al vice presidente e al designatore Rizzoli. È un fatto nel dominio della Digos e all'attenzione del Viminale e del ministro degli Interni". Poi l'accusa nei confronti di un giornalista: "C'è un professionista che in una trasmissione ha affermato 'Hanno dichiarato guerra a un popolo e in guerra non si va suonando lo zufolo, si va sparando. Bisogna sparare agli arbitri e non permettere loro di arbitrare'. Questa è la conseguenza. È stato regolarmente denunciato e ora seguiremo gli sviluppi".

LA RISPOSTA - Dopo le parole di Nicchi è arrivata la replica, tramite un comunicato, del collegio di difesa che assiste gli 11 tifosi laziali che hanno citato in giudizio arbitro e var: “Le parole del sig. Nicchi destano autentico stupore. Il capo degli arbitri ritiene che sia "gravissimo" che un direttore di gara sia chiamato a rispondere del proprio operato davanti alla giustizia ordinaria: può dunque spiegarci per quale motivo avvocati, commercialisti, medici, notai, possono essere e sono spesso chiamati in Tribunale a rispondere dei loro gravi errori, mentre chiedere lo stesso ad un arbitro sarebbe "gravissimo"? Può spiegarci il capo degli arbitri come mai mostra così scarsa fiducia negli organi della Giustizia ordinaria, ossia nella capacità del Giudice di valutare la fondatezza o meno dell'azione proposta? E ancora: lo sa il sig. Nicchi che gli arbitri Giacomelli e Di Bello non hanno nemmeno riscontrato la richiesta di definire la vicenda fuori dal Tribunale loro rivolta dai legali difensori dei tifosi della Lazio e che la convocazione dinanzi al Giudice di Pace è stata la inevitabile conseguenza di tale rifiuto? Sarebbe certamente più utile per il calcio se, anziché dubitare della qualità della Giustizia ordinaria, il sig. Nicchi si occupasse della qualità del sistema arbitrale italiano, ivi inclusa la capacità dell'AIA di intervenire in modo efficace nei confronti degli arbitri che commettono errori ingiustificabili: se ciò fosse avvenuto con i signori Giacomelli e Di Bello probabilmente non ci sarebbe stata nessuna causa e certamente non sarebbe stata data a detti arbitri la facoltà di perseverare nei loro gravi errori, come accaduto con l'incredibile nuovo errore di Giacomelli nel recente Genoa-SPAL".