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Processo Calciopoli, Moggi: “Sono stato messo a capo di un sistema a me estraneo”

Luciano Moggi all’attacco in apertura dell’udienza del processo a Calciopoli dedicata alla sua difesa. L’ex direttore generale della Juventus ha chiesto di poter rendere dichiarazioni spontanee prima di lasciare la parola al suo...

Redazione

Luciano Moggi all'attacco in apertura dell'udienza del processo a Calciopoli dedicata alla sua difesa. L'ex direttore generale della Juventus ha chiesto di poter rendere dichiarazioni spontanee prima di lasciare la parola al suo legale, Maurilio Prioreschi.

«Questo - ha esordito Moggi - è un processo che si è sviluppato sulle chiacchiere. Sono qui perchè volutamente qualcuno mi ha messo a capo di un sistema al quale sono estraneo. I risultati che abbiamo ottenuto con la cosiddetta triade alla Juve, sono stati conseguiti sul campo». Moggi ha citato due testimoni d'eccezione, il manager del Manchester United, Alex Ferguson, ed Enzo Biagi: «Ferguson - ha detto Moggi ricordandone una recente intervista - ha parlato di me come di un manager straordinario che resta il top tra i dirigenti. Quanto a Biagi, all'indomani della sentenza sportiva, parlò di un giudizio costruito sul nulla, sulla base di intercettazioni difficili da interpretare».

Poi Moggi si è soffermato sull'aspetto tecnico: «La mia Juve era una squadra fatta di campioni - ha ricordato - non aveva bisogno di aiuti. E l'Inter non si può permettere di dire che perdeva per colpa degli arbitri se poi vendeva dei campioni come Seedorf e Pirlo per comprare gente come Gresko, Coco, Vampeta e Taribo West. È per giocatori come questi che perdevano». Quindi è entrato nel merito di alcune delle circostanze che gli vengono addebitate come l'utilizzo delle schede svizzere e ha chiamato in causa il pm Giuseppe Narducci, suo principale accusatore: «Quando fui interrogato, Narducci, incurante della presenza dei miei avvocati, mi disse 'lo sa che lei è finito?'. A loro spiegai che le schede servivano perchè c'era dello spionaggio industriale e infatti dopo poco emerse lo scandalo Telecom. Per questo motivo furono comprate quelle schede che segrete non erano e che io utilizzavo solo per fare il mercato. Mercato che - ha sottolineato Moggi - non è vero come sostiene Narducci si faccia nel mese di agosto, perchè io Zidane l'ho comprato ad inizio anno. Può darsi pure che queste schede le abbia date a qualcuno ma di certo non per fare cose illecite perchè la mia squadra era talmente forte che vinceva senza gli aiuti arbitrali». «Eccoperchè - ha concluso Moggi - ritengo che Narducci abbia costruito un processo sulle sensazioni, fatto di suggestioni. Le schede non erano segrete e il mercato non si fa ad agosto. E poi gli arbitri le schede se le compravano autonomamente per nascondere vicende personali che non hanno a che vedere con il calcio». L'intervento di Moggi è stato salutato dall'applauso di una ventina di sostenitori che sostano fuori dall'aula e che sono stati redarguiti dal presidente del collegio.

 

(ansa)