Fare cassa e non perdere il controllo sulla società.
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In fuga dalla crisi e dai tifosi-azionisti il Manchester United si quota a Singapore
Fare cassa e non perdere il controllo sulla società.
Malcolm Glazer, con il via libera alla quotazione alla Borsa di Singapore del "suo" Manchester United, apre una nuova fase nel processo di globalizzazione del calcio (un club europeo di proprietà americana che si quota in Asia) e rinnova la battaglia che da oltre cinque anni oppone i vertici del club ai suoi tifosi-azionisti.
La scelta di una piazza asiatica dopo la prima quotazione a Londra del 1991 e il successivo delisting nel 2005 è tutto fuorché casuale. La proprietà del club intende sfruttare la straordinaria popolarità del brand Manchester United in Estremo Oriente e la maggiore vitalità delle economie asiatiche rispetto a quelle europee.
Ma anche la possibilità di emettere azioni con diritti diversi, in grado di non limitare il controllo della famiglia Glazer a scapito dei piccoli azionisti. L'Ipo, in programma entro la fine dell'anno, per una quota presunta del 25% e un valore stimato di circa 1 miliardo di dollari, servirà per ripagare la controversa acquisizione del club, portata a compimento sfruttando più i soldi delle banche che i propri. Ancora oggi sulla società pesano quasi 500 milioni di dollari di debiti, lascito dell'operazione che ha portato in sella gli americani dopo un analogo tentativo fallito nel 1998 da parte del magnate australiano dei media Rupert Murdoch. Proprio in quell'occasione una parte delle tifoseria contraria al deal si era raccolta sotto l'insegna Shareholders United Against Murdoch - oggi Manchester United Supporters' Trust - trovando alcuni anni più tardi un nuovo bersaglio in Glazer e nella sua acquisizione a debito. Secondo i rappresentanti del trust dei tifosi-azionisti, la nuova quotazione avrebbe dovuto aumentare il peso dei piccoli investitori. Invece non avverrà nulla di tutto questo.
FONTE repubblica.it
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