Paolo Di Canio ha grandi ambizioni e non le nasconde. Ha iniziato la sua nuova carriera da allenatore 16 mesi fa, e al primo tentativo ha riportato lo Swindon Town in League One con 93 punti. E, come quando era un calciatore, continua a far parlare molto di sé.
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Il sogno di Di Canio: “Allenare l’Inghilterra”
Paolo Di Canio ha grandi ambizioni e non le nasconde. Ha iniziato la sua nuova carriera da allenatore 16 mesi fa, e al primo tentativo ha riportato lo Swindon Town in League One con 93 punti.
"FERDINAND PIU' SU TWITTER CHE IN CAMPO" - Una settimana fa, per esempio, ha sostituito dopo 21' il portiere Foderingham accusandolo di essere anche un arrogante per essersi rifiutato di sedere in panchina. "Era confuso, ecco perché l'ho sostituito, non perché avesse sbagliato, altrimenti avremmo perso 8-0 e io sarei stato lo stupido allenatore di una stupida squadra - racconta Di Canio in una lunga intervista al 'Daily Mail'- Sono uno straniero che cerca di insegnare la disciplina e le regole inglesi eppure la gente mi dice che non dovrei turbare i giocatori. Ho letto un tweet di Rio Ferdinand, che è mio amico, ma ha scritto: 'oh no, Di Canio è stato troppo duro, spero che quel portiere non abbia ora grossi problemi'. Ma al mio amico Rio dico: sono due anni che sei più su Twitter che in campo".
"I GIOVANI? E' COLPA NOSTRA" - Per il tecnico italiano oggi è difficile gestire i giovani. "E' colpa nostra, diamo ai bambini di dieci anni un telefonino, diamo loro la tecnologia e li chiudiamo in una stanza senza comunicare con loro. Quando crescono e qualcosa va storto, non sono forti o duri abbastanza. Nel calcio prima eravamo abituati a lavorare e lavorare,
ora, per alcuni giocatori, la priorità è l'orologio d'oro". Di Canio confessa poi di essere ossessionato dal suo lavoro e di voler centrare la seconda promozione di fila. "Non sono come molti che pensano che sia abbastanza fare i 90' di allenamento e poi staccare la spina, anche quando vado a comprare la pasta e i pomodori penso alla sessione del giorno dopo. Mi prendo cura dei miei giocatori come se fossero fratelli e mi viene naturale dire quello che penso quando qualcuno sbaglia. Dopo 16 mesi insieme i giocatori mi conoscono e sanno che per quanto all'inizio possa essere delicato, a un certo punto metterò loro pressione, o la va o la spacca".
UN MIX TRA CAPELLO E REDKNAPP - Di Canio, come tecnico, vorrebbe essere una combinazione di Fabio Capello, suo allenatore al Milan, e Harry Redknapp, che lo ha guidato al West Ham. "Harry non è un vero allenatore ma è molto intelligente, è furbo come una volpe - continua Di Canio - Alle volte mi lasciava fuori dagli allenamenti perché sapeva che avrei dato di matto se avessi parlato con lui, ma conosceva il mio impegno e diceva che sarei stato il primo giocatore che avrebbe inserito in una squadra ideale. Magari non ero il migliore tecnicamente ma per passione vorrei pure io un centinaio di Di Canio allo Swindon".
L'ARROGANZA GIOVANILE - L'ex attaccante parla anche del rapporto con la sua famiglia. "Alla Lazio, a inizio carriera, ero un idolo ma ho vissuto a casa per 18 mesi per dare ai miei genitori tutto quello che guadagnavo al punto che non avevo nemmeno i soldi per comprarmi un'auto. E mio padre mi ha dato la miglior lezione della mia vita". "Avevo 25 anni, ero una stella al Napoli, ero un marito e un padre. Ero arrabbiato per non essere stato convocato per i Mondiali del '94 e a tavola ho risposto male a mia madre. Davanti a tutti, comprese mia moglie e mia figlia, mio padre si è alzato e mi ha dato uno schiaffo. Me l'ero meritato, ero stato arrogante e stupido".
IL SOGNO - "A 32 anni - osserva - non pensavo che sarei diventato un allenatore ma il calcio è come una droga, una missione per me. Penso di fare altri due-tre anni allo Swindon, poi dieci anni in Premier League e infine la nazionale inglese per quattro anni, portandola a una finale mondiale. Lavoro a tutte le ore, studio ogni avversario per dare alla mia squadra i dettagli giusti per vincere. Non si possono risparmiare le energie se si vuole arrivare al top, non so se ce la farò ma è il mio sogno".
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