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Donati (Cons. WADA): “I riscontri di positività al doping sono vicini allo zero perchè al laboratorio Antidoping arrivano campioni manomessi e alterati”

Il maestro di sport e consulente del WADA Alessandro Donati è intervenuto ai microfoni di Radio Manà Manà Sport durante la trasmissione “Tribuna Stampa” in seguito alla pubblicazione del suo libro “Lo Sport del Doping”.

Redazione

Il maestro di sport e consulente del WADA Alessandro Donati è intervenuto ai microfoni di Radio Manà Manà Sport durante la trasmissione “Tribuna Stampa” in seguito alla pubblicazione del suo libro “Lo Sport del Doping”. Sul mondo del calcio ha dichiarato: “Il calcio lo si può dividere in tre periodi: il primo fino al 1998 dove si sono riscontrati casi positivi vicini allo zero. Avevo sottoposto questo dato al Laboratorio di Roma e al segretario CONI Pagnozzi chiedendo spiegazioni su questo dato che era il più basso in Europa. Il secondo periodo inizia dopo la denuncia di Zeman; in seguito a quelle dichiarazioni fui convocato da Guariniello che mi chiese cosa pensassi del doping nello sport ed io risposi dicendo di fare attenzione su come venivano effettuati i controlli. Da quel momento ci fu la chiusura del Laboratorio Antidoping di Roma per sei mesi creando un grande scandalo che portò alla caduta di Pescante.

La riapertura del laboratorio fu affidata al chimico Francesco Botrefu ed uscirono subito undici casi di atleti positivi al nandrolone per poi passare all’ultimo periodo dove i riscontri di positività riscesero nuovamente vicino allo zero. Il problema principale era alla fonte, ossia i campioni che arrivavano al laboratorio Antidoping di Roma erano manomessi e alterati. Quando uscì il boom di casi positivi al nandrolone ci fu una grande resistenza dal sistema calcistico che alla fine creò disparità sui periodi di squalifica rispetto agli altri sport; ad esempio fu squalificato l’ottocentista Longo per due anni, mentre i calciatori se la sono cavata per due o tre mesi.

Il Comitato Olimpico Internazionale prima e poi parzialmente la WADA sono sempre stati in ritardo di tanti anni per mettere a punto nuovi metodi di analisi sui farmaci dopanti”. Nella trasmissione è intervenuto anche Aldo Agroppi che ha dichiarato: “Quando giocavo nel Torino è successo molte volte che i campioni di urine di qualche atleta sono stati allungati con l’acqua”.