Al primo tentativo, nove presidenti - i cinque rappresentanti delle Big e altri quattro con le deleghe del gruppo delle 15 piccole - non sono riusciti a concludere una trattativa difficile sui diritti tv.
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Diritti Tv, non c'è accordo. Rinvio
Al primo tentativo, nove presidenti – i cinque rappresentanti delle Big e altri quattro con le deleghe del gruppo delle 15 piccole – non sono riusciti a concludere una trattativa difficile sui diritti tv.
Ci riproveranno giovedì, con la consapevolezza che bisogna fare presto a sgombrare il tavolo dal tema della divisione dei soldi perchè tanti e importanti sono i temi che bussano alle porte della Lega di serie A. Si tratta, come noto, di ripartire gli ultimi 200 milioni di euro di diritti televisivi per la stagione appena terminata sulla base di sondaggi d'opinione che misurino il numero di sostenitori di ciascuna della 20 squadre di A. Ma anche di trovare un accordo che possa durare per l'anno prossimo e per il successivo triennio, quello che parte dal 2012. Alla fine, il presidente del Palermo Maurizio Zamparini è apparso il più soddisfatto per la giornata di lavoro. «Lo stallo - ha detto - si sblocca sicuramente, stiamo arrivando a un accordo. Ancora due o tre giorni e troviamo una soluzione per i prossimi cinque anni premiando anche la meritocrazia». Più prudente, ma egualmente fiducioso il presidente del Genoa Enrico Preziosi, che con Zamparini, Gino Pozzo (Udinese) e Claudio Lotito (Lazio) rappresentava oggi i club piccoli. «Non è emerso nulla che impedisca di proseguire verso un accordo - ha detto - il problema però è che le parti sono ancora distanti e devono trovare la quadra. Vediamo se ci riusciamo giovedì».
A quel punto l'assemblea (che è rimasta formalmente aperta fino al 6 giugno) dovrebbe avere solo il compito di ratificare. E si potrà finalmente girare pagina e affrontare gli altri problemi. Prima di tutto vengono le elezioni per la sostituzione del presidente Maurizio Beretta ormai dimissionario da mesi. Anche perchè, con la decisione di tornare nel Consiglio della Federcalcio - e con l'esigenza di affrontare temi come gli stadi, il numero di extracomunitari tesserabile, la riforma dello statuto federale e altro - la governance della Lega di A deve essere completa e autorevole. Oggi non era il caso di parlarne e forse non se n'è parlato. In campo comunque c'è la disponibilità di Rosella Sensi, attuale vicepresidente, non più impedita dalla proprietà della Roma. Una candidatura, comunque che, almeno stando alle voci, non troverebbe tutti d'accordo.
Ansa
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