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Crac Cirio: Condannati Sergio Cragnotti e Cesare Geronzi. Unicredit deve risarcire le vittime

Sergio Cragnotti è stato condannato a 9 anni di reclusione per il crac da 1.125 milioni di euro del gruppo agroalimentare Cirio. Quattro anni invece per l’ex presidente delle Generali, Cesare Geronzi.

Redazione

Sergio Cragnotti è stato condannato a 9 anni di reclusione per il crac da 1.125 milioni di euro del gruppo agroalimentare Cirio. Quattro anni invece per l'ex presidente delle Generali, Cesare Geronzi.

Assolti Giampiero Fiorani, ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, e la moglie di Cragnotti, Flora Pizzichemi, per "non aver commesso il fatto". Questa la sentenza di condanna emessa dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore, a conclusione del processo. Le richieste dell'accusa erano di 15 anni per Cragnotti e 8 per Geronzi. I giudici hanno riconosciuto la colpevolezza anche del genero dell'ex patron della Lazio, Filippo Fucile, per il quale è stata stabilita una pena di 4 anni e 6 mesi.

Per i figli di Cragnotti, altre condanne: 4 anni per Andrea, 3 per Elisabetta e Massimo. La sentenza è stata emessa dopo una lunghissima camera di consiglio. Nessuno degli imputati era presente in aula. Trentacinque gli accusati, a seconda delle posizioni, di bancarotta fraudolenta, preferenziale e distrattiva e truffa.

Il tribunale ha deciso l'entità dei risarcimenti alle parti civili: 200 milioni di euro per danni a titolo di provvisionale, che dovranno essere versati dal responsabile civile Unicredit e da tutti gli imputati condannati all'amministrazione straordinaria Cirio. La banca e gli stessi condannati dovranno risarcire anche le spese legali sostenute dalle stesse parti in questo processo.

L'inchiesta, cominciata nel 2003, si concluse alla metà di maggio del 2005 e ha coinvolto inizialmente 45 persone. Il dissesto ha danneggiato 13mila persone che avevano sottoscritto bond e titoli di credito della Cirio, dichiarata in default nel novembre del 2002 e quindi finita in amministrazione straordinaria nell'ottobre 2003. L'accusa per Cragnotti era di bancarotta fraudolenta e truffa. Ma nell'inchiesta sono finiti, a mano a mano e a vario titolo, anche alcuni grandi nomi, da Cesare Geronzi, a Rainer Masera, presidente del San Paolo Imi, a Livio Ferruzzi, deceduto nei giorni scorsi. Nel novembre del 2008 il processo ha rischiato lo stop 2 a causa dell'inserimento di un emendamento cosiddetto "salva-manager" nel decreto Alitalia, successivamente ritirato.

L'approvazione avrebbe significato lo stop al procedimento su tutti i grandi reati finanziari che non comprendessero un vero e proprio fallimento delle aziende coinvolte. "E' il minimo,hanno fatto morire anche di fame un mare di gente", ha commentato il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro. Aggiungendo che "il sano risultato di chi delinque e va in galera è il modo migliore per fare capire che chi delinque la deve smettere".

FONTE repubblica.it