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Contratto calciatori, Beretta: “Sciopero insensato. L'accordo si può trovare”

A meno di tre settimane dal via del campionato (27 agosto) scende in campo la Federcalcio per scongiurare lo sciopero minacciato dalla serie A. Il presidente Giancarlo Abete ha chiesto ed ottenuto dal suo omologo Maurizio Beretta che...

Redazione

A meno di tre settimane dal via del campionato (27 agosto) scende in campo la Federcalcio per scongiurare lo sciopero minacciato dalla serie A. Il presidente Giancarlo Abete ha chiesto ed ottenuto dal suo omologo Maurizio Beretta che l'assemblea della Lega di A in programma venerdì 19 affronti la richiesta dell'Aic per giungere rapidamente, magari già il giorno stesso, alla firma del contratto collettivo.

D'altra parte, è quanto si augura lo stesso Beretta: «Possiamo firmare in qualsiasi momento, lo sciopero non avrebbe senso e ci sono tutte le possibilità di chiudere un accordo. Siamo disponibili ad un confronto sereno: la logica del prendere o lasciare non paga mai. Si potrebbe arrivare alla firma il 19 agosto con soddisfazione generale». Il nodo principale restano gli allenamenti dei 'fuori rosà. Con la prima squadra o differenziati?. «Molte squadre hanno rose numerose - sottolinea Beretta - il tecnico deve avere la possibilità di organizzare il lavoro: mi sembra logico». Apprezzamento per l'esposizione di Abete è giunto da Damiamo Tommasi, presidente dell'Assocalciatori. «Noi una casta? - ha detto a Coverciano - Sembra che i contratti siano una colpa dei calciatori e che per questo non possano parlare. Non diamo spazio alla demagogia ed a certe dichiarazioni dei politici e cerchiamo piuttosto di arrivare a questa firma. Credo ci sia tutto il tempo per siglare l'accordo, che la firma possa arrivare molto prima dell'inizio del campionato, vogliamo partire con il contratto collettivo in tasca». Concorda il ct Cesare Prandelli: «Miliardari che scioperano? I giocatori sanno di essere dei privilegiati e proprio per questo ci mettono la faccia per garantire una carriera dignitosa a quei colleghi meno fortunati e tutelati». E se Gigi Riva definisce «una battaglia giusta» quella condotta dai capitani della serie A, il presidente del Genoa Enrico Preziosi chiede di «non esasperare gli animi» ed invita a «discutere nelle sedi opportune, perchè è sbagliato parlare sui giornali». Non vuol sentire parlare di sciopero il patron del Palermo, Maurizio Zamparini: «È una stupidaggine ideologica. Con l'Italia e l'Europa in crisi, non è proprio il momento di stare ad ascoltare chi guadagna mediamente almeno un milione all'anno. Ma quello che dà più fastidio è l'out-out imposto dall'Aic».