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Calcio, in tre anni bruciato un miliardo di Euro

Calcio italiano in affanno. Solo nelle ultime tre stagioni (dal 2007 al 2010) A, B, Lega Pro hanno macinato perdite per un miliardo di euro.

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Calcio italiano in affanno. Solo nelle ultime tre stagioni (dal 2007 al 2010) A, B, Lega Pro hanno macinato perdite per un miliardo di euro.

Ad evidenziarlo è il ReportCalcio 2011 realizzato da Arel, Pwc e dal centro studi della Figc al centro di un approfondimento de Il Sole 24Ore. Nell'analizzare ai 'raggi x' i conti delle società italiane lo studio sottolinea, in particolare, come nel massimo campionato ormai da due stagioni i costi strutturali superino i ricavi di 180 milioni l'anno. È inoltre indicato che la linea dei ricavi (2,5 miliardi) non può crescere ulteriormente, a meno che non si costruiscano stadi di proprietà. E tra i punti critici c'è anche il fatto che gli ingaggi dei calciatori pesano ancora per 1,5 miliardi di euro. Il costo del lavoro in serie A è, infatti, il più alto fra le top league europee. Ingaggi e ammortamenti assorbono il 72% del fatturato, al netto delle plusvalenze del calciomercato. Per quasi due terzi i ricavi arrivano poi dalle emittenti radiotelevisive. Una teledipendenza sconosciuta altrove.

La Premier League, che pure ha molti club indebitati, su un fatturato di 2,4 miliardi di euro incassa solo il 50% dei diritti tv. Il piano inclinato sul quale si muove il calcio italiano si traduce sul piano patrimoniale in una costante crescita dei debiti globali: in A sono saliti tra il 2008 e il 2010 da 1,9 a 2,3 miliardi, mentre in B sono passati da 367 a 358 milioni. Il patrimonio netto, di conseguenza, si è ridotto da 460 a 406 milioni. Solo nella stagione 2009-2010 la serie B ha generato una perdita d'esercizio di 83 milioni. La Penisola del Pallone soffre poi di un eccesso di club: 132 società professionistiche, il triplo di Francia e Spagna. Se si guarda infine alla Lega Pro (85 le squadre attuali, 76 nella prossima e nell'arco di un triennio un'unica serie di tre gironi da 20 club ciascuno) in tre anni le perdite (provocate da 1,9 milioni di introiti medi annuali al cospetto di 2,9 milioni di spese) hanno fatto diminuire mediamente il patrimonio netto a 55 mila euro in prima divisione e 42mila in seconda divisione.

 

(ansa)