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Brontos, il Gup rinvia a giudizio Profumo L'ex ad di Unicredit è accusato di frode fiscale

(repubblica.it – A.Greco) – Il Gup di Milano Anna Laura Marchiondelli ha rinviato a giudizio Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit e attuale presidente di Mps, e altre 19 persone accusate di una presunta...

Redazione

(repubblica.it - A.Greco) -Il Gup di Milano Anna Laura Marchiondelli ha rinviato a giudizio Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit e attuale presidente di Mps, e altre 19 persone accusate di una presunta maxi-frode fiscale che sarebbe stata realizzata attraverso un'operazione chiamata Brontos.

Con il banchiere genovese sono stati rinviati a giudizio anche 16 manager di Unicredit e tre di Barclays. Per la procura di Milano, l'istituto di Piazza Cordusio e la banca britannica avrebbero perpetrato una maxi evasione fiscale da 245 milioni attraverso una serie di operazioni con società inglesi e lussemburghesi, mascherando gli utili e facendoli figurare come dividendi per pagare un'aliquota più bassa. Profumo, come gli altri 19 indagati è accusato di frode fiscale e ostacolo all'attività investigativa. La prima udienza del processo si terrà il prossimo 1° ottobre alla seconda sezione penale. L'indagine aveva passato in rassegna i comportamenti, avvenuti tra il 2004 e il 2009, dei più grandi istituti italiani, che navigando tra le norme e puntando su titoli governativi dei paesi emergenti avevano congegnato operazioni strutturate che secondo le accuse avevano tenuto un po' di ricavi all'esterno della Penisola, che vanta l'aliquota fiscale alle imprese più alta d'Europa. I risparmi fiscali delle banche erano stati di qualche miliardo, ma l'Agenzia delle entrate non aveva gradito e inviato notifiche e accertamenti.

Nel 2010 erano arrivate le prime transazioni: Bpm per 200 milioni, Banco popolare per 210 milioni, Credem per 54 milioni. Nel 2011 hanno pagato i "pesci grossi": Unicredit 191 milioni per accertamenti sugli esercizi 2005 e 2006, Mps 260 milioni, Intesa Sanpaolo 270 milioni. Gli istituti hanno preferito chiudere le pendenze civili con l'erario nonostante fossero convinti di essere nel diritto. All'epoca dei fatti, tale convinzione era stata suffragata dal fior fiore dei consulenti tributari, il più attivo dei quali a riguardo era stato lo studio Vitali Romagnoli Piccardi, quello fondato da Giulio Tremonti (che allora era ministro del Tesoro) Il cambio di passo dell'Agenzia delle entrate è da collegare alla tipologia di reato chiamata "abuso di diritto": implica l'utilizzo di norme di legge al solo fine di aggirare o ridurre le aliquote dovute. Due le fattispecie più critiche : l'investimento in bond esteri che subivano la ritenuta fuori patria, poi detratta in Italia, e davano luogo a fenomeni di "doppio impiego" (poichè detraevano anche gli stranieri); e la compravendita estero-Italia di azioni italiane prima dello stacco dividendi, sempre con l'unico fine di ottenere un risparmio fiscale.