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Abete sveglia Palazzi “Fare presto. E bene”

(repubblica.it – SPY CALCIO F.Bianchi) Oggi il superprocuratore Figc, Stefano Palazzi, di professione magistrato militare, sente Catinali e Pederzoli.

Redazione

(repubblica.it - SPY CALCIO F.Bianchi) Oggi il superprocuratore Figc, Stefano Palazzi, di professione magistrato militare, sente Catinali e Pederzoli.

Non certo due big. Prosegue così, a scartamento ridotto, l'inchiesta-bis sul Calcioscomesse e con questi tempi biblici, degni del miglior Palazzi (ci sono precedenti agghiaccianti), chissà mai quando e se finirà. Ma c'è un problema, per il superprocuratore in scadenza a giugno.

Sia il Coni che la Figc si sono stancati e vogliono che l'inchiesta, questa inchiesta, venga chiusa entro la fine stagione e le condanne dei club, le penalizzazioni, siano scontate (quanto possibile: dopo vedremo il perché) in questa stagione sportiva. Per questo Abete, prima di partire per Istanbul per il congresso Uefa, ha dato la sveglia a Palazzi. Con il suo consueto garbo. Abete non è certo tipo che prevarica, e ha grande rispetto delle istituzioni, a cominciare dalla giustizia sportiva.

Ma ha ricordato a Palazzi che bisogna fare "presto, bene, e bisogna fare anche pulizia". Un consiglio che è anche un ordine. Per questo è stato spiegato anche al Superprocuratore che deve delegare ad altri (cosa che gli riesce male) tutta l'ordinaria amministrazione e concentrarsi, lui e il suo staff, solo sull'inchiesta del Calcioscommesse. E per questo, la Figc gli ha messo a disposizione altri uomini e mezzi. Sì, perché la struttura della Superprocura non regge quando viene travolta da una mole di lavoro così ingente. E questo non è certo colpa di Palazzi: lui magari, essendo un magistrato estremamente serio e rigoroso (e questo, è chiaro, che è un pregio) ci tiene a fare le cose nel migliore dei modi, in modo da presentarsi davanti alla Disciplinare con deferimenti che possano reggere all'urto di avvocati particolarmente agguerriti.

In più, Palazzi è anche un accentrato e il fatto che sia stata creata (ripeto: non certo per colpa sua) una Superprocura, che accorpa anche l'ex Ufficio Indagini, non lo agevola di sicuro. Ma ora dovrà darsi una svegliata. Sinora ha interrogato una trentina di tesserati, alcuni nemmeno indagati, che gli sono serviti sicuramente per capire la situazione nel suo complesso, e soprattutto per incastrare molti calciatori. Sì, perché il fatto nuovo è che stavolta ci sono molti pentiti: siccome sperano di restare prima o poi nel mondo del pallone (come dirigenti, o manager, o agenti, eccetera), ecco che "cantano" manco fossero al Festival di Sanremo. Sinora sono stati sentiti questi personaggi minori, ma importanti per Palazzi: ora però dovrà fare un salto di qualità. Non può sempre aspettare notizie da Cremona o Bari (a Napoli è silenzio totale): la giustizia sportiva ha necessità di chiudere in fretta.

Palazzi si augura comunque che la Procura di Bari presto gli dia il via libera per interrogare almeno Masiello, che ha molte cose da dire, le vuole dire e potrebbe incastrare tanti calciatori. C'è il rischio (sia a Bari che a Cremona) che presto vengano arrestati altri calciatori: ma Palazzi non può aspettare all'infinito, semmai farà un altro processo la prossima estate. La Figc (e il Coni è pienamente d'accordo) gli ha chiesto- imposto è una brutta parola- di chiudere la maxi-inchiesta entro maggio. La mole di lavoro che attende lui e il suo staff è impressionante: domani, mercoledì 21 marzo, il pool della Superprocura terrà un summit, e stilerà il calendario dei prossimi interrogatori. Previsto un salto di qualità: l'indagine (finalmente) entrerà nel cuore della serie A. I processi si terrebbero in pieni campionati europei, ma il calcio italiano è giù abituato (vedi 2006, con Calciopoli...). E le condanne? Qui, è il problema: dovendo essere afflittive potrebbero toccare sia questa stagione che la prossima. Salva la lotta scudetto, potrebbe essere sconvolta la zona Champions (ed Europa League) e anche e , soprattutto, quella retrocessione. Un bel caos.

Un esempio: se venisse punito un club che galleggia a metà classifica, lontano dalla zona Europa e quella retrocessione, la penalizzazione di 3 o 6 punti (che deve essere appunto afflittiva) sarebbe da scontare nella prossima stagione. Ricordiamo inoltre che se un club è punito per illecito, in base alle norme Uefa non può partecipare alle Coppe Europee. Un bel caos. L'ideale sarebbe tenere i processi sportivi a stagione chiusa in modo che le condanne vengano scontate solo nella prossima: ma questa ipotesi non piace né al Coni, né alla Figc, né agli eventuali terzi interessati che si augurano di trarre giovamento dai guai altrui. E' presto per fare i nomi della società coinvolte (la responsabilità oggettiva è ancora in vigore, meglio ricordarlo), ed è per questo che molti club stanno in silenzio, ma è probabile che ci sia davvero un terremoto a fine stagione (in A, B e Lega Pro...). Sempre che, ovviamente, Palazzi faccia in tempo...