“Il derby è una partita particolare per la gente. La vorrei giocare ogni settimana, emoziona ma bisogna guidare i giocatori senza farsi prendere dall’emozione. Non sempre ci si riesce però”. Sono le parole di Zdenek Zeman ai microfoni di Radio Manà Manà Sport durante la trasmissione 'C’è calcio per te'.
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Zeman: “Vorrei giocare il derby ogni settimana è emozionante. Totti assenza pesante”
“Il derby è una partita particolare per la gente. La vorrei giocare ogni settimana, emoziona ma bisogna guidare i giocatori senza farsi prendere dall’emozione. Non sempre ci si riesce però”. Sono le parole di Zdenek Zeman ai microfoni di...
“L’assenza di Totti al derby? Sarà difficile da sostituire anche se si può giocare anche senza. E' un campione, sa dare tempi e distanze alla squadra. Tra Pjanic e Totti c’è tanta differenza fisica e tecnica. I giovani della Roma potrebbero portare tanto entusiasmo e potrebbe essere l’arma in più. Non c’è una favorita nel derby, - continua Zeman - tutti i tifosi che andranno all'Olimpico ci andranno perché sono curiosi di sapere come finirà. La Lazio parte con leggero vantaggio perché si conoscono di più, la Roma sta ancora studiano alcuni movimenti” .
L’allenatore boemo analizza poi le questioni in casa biancoceleste: “Negli ultimi derby, la Lazio nonostante abbia perso aveva giocato meglio della Roma. Quest’anno sembra più equilibrata la sfida. La squadra di Reja ha puntato sull’esperienza e ha fatto il salto di qualità con Cisse e Klose. Bisogna vedere chi resiste meglio psicologicamente. Reja non è tranquillo, è nervoso indipendentemente dal derby già da quando aveva presentato le dimissioni. Klose è un giocatore importante per la Lazio, continuerà a fare bene. Bisogna valutare il suo infortunio se può penalizzare lui o la squadra o se magari avrà smaltito del tutto”.
Zeman chiarisce poi il suo pensiero sui due allenatori di Roma e Lazio: “Sotto il profilo umano e professionale li stimo entrambi. Su questo non ci sono dubbi. La mia è solo una prospettiva tecnica che può anche essere sbagliata. Luis Enrique ha bisogno di tempo, all’inizio il gioco risultava inconcludente ma ha portato un calcio diverso con tanto possesso. Attualmente non è valutabile. Per quanto riguarda Reja, il discorso è nato sulla sua carriera. Allena da tanti anni, non ha mai avuto una squadra che poteva lottare per lo scudetto. E’ vero che ha vinto altri campionati, è un buon biglietto da visita. Penso solo che sia difficile cambiare traguardi dopo 30 anni di carriera. Ha raggiunto l’obiettivo massimo nelle categorie inferiori, però non ha mai avuto la possibilità di lottare per qualcosa di così importante come chiede la piazza attuale”.
Spazio poi ai ricordi e al calcio a 360°: “Il derby che mi ha divertito di più è stato quello del 3 a 3 in rimonta e in 10. Lì il pubblico si è entusiasmato, non si facevano calcoli e si giocava a calcio. Rispetto a tanti altri dove non si è visto nulla è stata una partita che ha promosso il calcio”.
Il tecnico del Pescara fotografa anche la situazione della Juve: “E’ migliorata rispetto all’anno scorso, sta cercando di inserirsi per la lotta alla Scudetto. Non è facile visto che hanno cambiato la mentalità. Conte è molto più esigente rispetto ai suoi predecessori. Ha cambiato modulo dopo le difficoltà iniziali, è un grande motivatore e un grande lavoratore. E’ troppo presto per lo Scudetto quest’anno, ci sono altre squadre che usciranno alla grande dopo le difficoltà dei nazionali impegnati in Coppa America”.
Il finale è sull’Italia: “Ho visto una Nazionale bella, divertente soprattutto nel primo tempo anche se era una partita senza senso. Nella ripresa i giocatori hanno mollato un po’ per risparmiarsi nel campionato. Hanno tenuto palla bassa, fatto i movimenti giusti e si sono viste buone cose. Osvaldo è una punta centrale, anche se si adatta a giocare sugli esterni. Per ora ci riesce ma alla lunga può trovare difficoltà anche se si adatta. Quando c’erano i campionati con 16 squadre, la Nazionale aveva più tempo per lavorare ora ci sono molti impegni e i club sono diventati più importanti delle nazionali. Cassano? Sono dichiarazioni che si dicono ma non si fanno. E’ un ragazzo che si vuole divertire facendo calcio. Cassano lo vedo solo con la palla al piede”. Conlude Zeman.
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