(Goal.com) Federico Viviani, classe 1992, tra pochi giorni compirà 22 anni, centrocampista del Latina, ma di proprietà della Roma, è uno dei giovani più interessanti che la Serie B sta mettendo in mostra. Protagonista nell’Under 21 di Di Biagio e convocato da Prandelli per lo stage azzurro della settimana scorsa. In un'intervista a parlato del suo futuro e della Roma.
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Viviani: “De Rossi è il modello, la Roma mi segue nel mio percorso di crescita”
(Goal.com) Federico Viviani, classe 1992, tra pochi giorni compirà 22 anni, centrocampista del Latina, ma di proprietà della Roma, è uno dei giovani più interessanti che la Serie B sta mettendo in mostra. Protagonista nell’Under 21 di Di...
Ecco le sue parole:
Federico, nonostante l’ultima sconfitta, a Latina si sogna la serie A grazie a un grande inizio d’anno che è coinciso con il tuo arrivo… “Stiamo facendo molto bene, la sconfitta casalinga con il Trapani non pregiudica quanto di buono fatto fino adesso. E' stata solo una battuta d'arresto, che non deve condizionarci. Anche in 10 contro 11 abbiamo dominato la gara. La sconfitta per come è arrivata (nei secondi di recupero) fa male e ci fa arrabbiare, ma la prestazione ci ha dato ancora più certezze sul gioco, abbiamo dimostrato di poterci credere fino alla fine”.
La Serie A è un sogno o un realtà concreta? “Siamo lì ed è giusto sognare e crederci. I risultati non vengono per caso, dobbiamo lavorare duro, sempre con i piedi per terra. Senza caricarci di troppa responsabilità, la nostra forza è quella di dare il massimo tutte le settimane e poi vedere quello che succede. Sapevo che a Latina c’era un grande entusiasmo. Quando ero a Pescara, avevo parlato con il mio amico Crimi che era già qui. Era una grande occasione e sono contento di aver fatto questa scelta a gennaio” .
Sei reduce dallo stage in Nazionale, come è stato l'impatto con il CT Prandelli? “Non mi aspettavo di essere chiamato, nei giorni precedenti ero impegnato con l’Under 21. E’ stata un'emozione particolare, una grande gioia, anche se non c'era da giocare una partita, ma era semplicemente uno stage. Indossare la maglia azzurra è il sogno di ogni bambino. Prandelli è un grande allenatore, uno che capisce tanto di calcio e soprattutto lo sa insegnare ai giovani. Non ha parlato singolarmente, ma ha fatto discorsi in generale. E’ stata un’esperienza importante”.
Nell'Under 21 di Di Biagio però sei un punto fermo e state crescendo… “Assolutamente. Forse è stato dato poco risalto alla vittoria in Irlanda del Nord. Abbiamo vinto su un campo pessimo, alla fine è sempre facile parlare, ma siamo stati davvero bravi contro una squadra molto fisica. Personalmente sono stato molto contento, è stata una prova di maturità e ora vogliamo portare a casa il primo posto nel girone”.
Dovessi descriverti come giocatore, che tipo di centrocampista sei? “Mi piace giocare davanti alla difesa, ho buona qualità con entrambi i piedi, devo migliorare sul ritmo e sull’intensità, in campo c’è sempre più aggressività, soprattutto in serie B ti saltano subito addosso e per fare il salto di qualità bisogna essere veloci e costanti per tutta la gara".
Il tuo modello? “Beh, ovviamente Daniele De Rossi. Ho avuto la fortuna di giocarci insieme, un ragazzo eccezionale, come giocatore e come persona. Ho cercato d’imparare da lui. Per me è uno dei più forti in circolazione, perché in campo sa sempre trovare la posizione giusta al momento giusto. Poi è un grande trascinatore!”.
Tu però batti anche le punizioni… “Sì è una mia caratteristica, cerco di allenarmi bene anche in questo. Le calcio tutti i giorni, ma devo lavorare ancora tanto per migliorarmi ed essere sempre più efficace”.
Due stagioni fa Luis Enrique con la Roma ti ha dato una chance importante, è arrivata troppo presto? “Assolutamente no, non finirò mai di ringraziare il mister. In Italia è difficile trovare un allenatore che dia questa fiducia a un giovane. Luis Enrique mi fece giocare titolare contro la Juventus, ed era già la Juventus fortissima di Conte. Per me è stato importante giocare quella partita e anche altre dopo, un passo decisivo per il mio processo di crescita. Poi ognuno ha il suo percorso, ma io quell’esperienza la porterò dentro per sempre”.
Naturalmente sperando di riviverla a breve. La settimana scorsa quando si è fatto male Strootman, tanti romanisti hanno subito pensato a te… “Fa molto piacere sentire che qualcuno abbia fatto il mio nome, ma ora devo crescere, devo fare bene per il Latina. Come ho sempre detto a giugno vedremo quello che accadrà, è chiaro che sono contento che la gente stai pensando al mio ritorno nella Roma e al fatto che potrò essere utile quando mancherà lui. Per me avere esordito lì, con quella maglia, è stato bellissimo e naturalmente sogno di tornarci al più presto” .
La Roma è sempre in contatto con te, ti hanno già detto qualcosa? “Da quando sono in giro in prestito, da Padova a Pescara e ora a Latina, la Roma mi ha sempre seguito, non li sento spesso, ma solo se c’è qualcosa d’importante. Invece parlo spesso con Florenzi, che giocava con me in Primavera e ogni tanto con lo stesso De Rossi. Sono tutti molto contenti di come sta andando la stagione, del clima che si è creato grazie al lavoro incredibile del mister Garcia. Mi hanno detto che è un grande tecnico e che grazie a lui la Roma ha fatto il salto di qualità che era mancato in passato”.
Lo scudetto sembra sfumato, la qualificazione Champions vale ugualmente? “Lo scudetto a Roma è una cosa grandissima, indescrivibile, tanto che parlano ancora di quello conquistato nel 2001. Il ritorno in Champions non è certo la stessa cosa. Però visto quello che è accaduto negli ultimi anni, può riportare tanto entusiasmo. Giocare la Champions è una cosa bellissima per un calciatore”.
Magari al fianco di capitan Totti, intramontabile e sempre decisivo… “Ormai è quasi superfluo parlare di lui, è un giocatore incredibile. Io poi ho avuto la fortuna di giocarci insieme. Totti fa parlare i fatti, piuttosto che le parole, ha un carisma eccezionale che gli permette a 38 di trascinare ancora la squadra. A quell'età fa sempre la differenza. Non è certo un chiacchierone, ma anche senza parlare riesce a trasmetterti una carica pazzesca. In squadra ci sono tanti campioni, ma lui è unico, sai sempre che potrà aiutarti a vincere una partita”.
Se fossi Prandelli, lo porteresti al Mondiale? “Lo porterei anche con una gamba sola come fece Lippi nel 2006. Totti con una giocata può risolvere una gara, però non so se lui ci sta pensando veramente alla nazionale, prima vuole fare bene con la Roma. Certo sarebbe bello vederlo al mondiale, sarebbe competitivo anche a livello internazionale. Comunque la scelta la farà Prandelli, sempre che il capitano sia d’accordo…”
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