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Valzer iberico a Roma: niente più sorrisi, Mourinho cambia volto alla squadra

Valzer iberico a Roma: niente più sorrisi, Mourinho cambia volto alla squadra - immagine 1

Villar e Mayoral gli spagnoli che salutano il club. Lo Special One fa largo a chi può svoltare la stagione apportando personalità. I giallorossi devono accelerare il percorso di crescita

Redazione

Il tacco e la punta non sono solo termini nauseanti per chi viene da Certaldo. Anche José Mourinho non li digerisce, specie se non sono funzionali. Dribbling inutili e tocchetti di fino furono ciò che nel precampionato della Roma fecero infuriare il l'allenatore giallorosso. L’esempio più noto è quello del neo acquisto del Getafe Villar, uno dei più richiamati dal portoghese durante il ritiro estivo. Duecentoquattro minuti totali con la Roma suddivisi in 6 presenze tra ConferenceLeague (5 presenze) e qualificazioni alla stessa competizione, una. Qualora Gonzalo fosse rimasto - il video pubblicato dallo spagnolo in cui viene ripreso con il monopattino nei pressi del Colosseo - non avrebbe sconvolto i piani di José, che ha sempre lasciato ai margini non solo chi si specchia troppo con il pallone, ma pure chi dimostra una certa immaturità. Lo Special One non è venuto a Roma in vacanza (come ha detto nella sua prima conferenza), così come non devono venirci neppure i suoi giocatori. Basta con i sorrisi durante gli allenamenti. Oltre a non essere abituato a lavorare così, ora Mourinho, dato pure il momento, non può proprio accettarli certi atteggiamenti. L’altro spagnolo che farà compagnia all’ex Elche nella sua seconda avventura in Liga è Mayoral. Meno giocoliere del connazionale, Borjta – come torneranno a chiamarlo da quelle parti - ha trovato maggior minutaggio. Undici presenze stagionali di cui 5 in Serie A. Definito “un professionista” da Tiago Pinto nel post partita contro lo Spezia, l’ex Real Madrid è rimasto avvolto nei suoi pensieri attendendo alla porta l’occasione buona per fuggire. Reynolds è stata la scommessa americana non riuscita degli americani. Mai stato preso in considerazione, l’ex Dallas sembrava avesse paura ogni qual volta il pallone toccasse i suoi piedi. Novantuno minuti in giallorosso sono bastati per relegarlo in tribuna. Calafiori è l’eccezione: il ragazzo piace al tecnico, che però vorrebbe riaverlo pronto dopo il 30 giugno 2022. Si farà le ossa a Genova sponda rossoblù. Ma perché queste accelerate improvvise sul mercato? Perché la Roma ha bisogno di crescere prima del tempo, di crescere in fretta e possibilmente di mettere la personalità al centro del progetto.

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Mercato aggressivo: Maitland-Niles e Sergio Oliveira il primo segnale

Il messaggio di Mourinho alla società è stato chiaro: Servono giocatori pronti all’uso, prodotti finiti e che abbiano "garra". Maitland-Niles subito, con tanto d’esordio nel big match contro la Juventus con appena un allenamento a Trigoria. Diventato ufficialmente giallorosso attraverso l’operazione di prestito fino a giugno (ma c’è il diritto di riscatto), anche Sergio Oliveira ha fatto mettere la spunta sul suo nome nel taccuino del gm. L’obiettivo è costruire una rosa dai volti scuri e cattivi (sportivamente parlando), non sorrisi. Giocatori possibilmente senza “complessi”. Rui Patricio fu il primo nome imposto dall’allenatore e il portiere disse sì senza pensarci 2 volte. Adesso l’altro portoghese, Sergio Oliveira, che nel 2020-2021 è stato inserito nella top 11 della Champions League e che il giorno del suo arrivo a Roma ha detto: “Quì per dare personalità, al Porto era vietato perdere”. Roma che dunque, oltre a diventare sempre più portoghese (sono 4 tra campo e società), è sempre più simil Special. Indipendentemente dal via vai iberico, per “gente che non sa gestire le emozioni” inizia ad esserci sempre meno posto. Un giocatore preso dall’Arsenal, l’altro dal Porto, basterebbero per far riflettere su quale differente gradino di mercato è salita la Roma. Innegabile il fatto che la società stia facendo il possibile per consegnare a tecnico e tifosi una rosa di carattere. In campo la Roma balla, ma sulla compravendita dei giocatori le premesse di un futuro ottimistico ci sono tutte.

Gianluigi Pugliese