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Unicredit, DiBenedetto e una trattativa pigra

(di Massimo Limiti) – I giorni passano e le date indicate per la firma del closing scivolano nel tempo come saponette bagnate. Nel mondo ogni cosa o società importante è stata venduta o comprata senza queste lungaggini, senza tanta pigrizia.

Redazione

(di Massimo Limiti) - I giorni passano e le date indicate per la firma del closing scivolano nel tempo come saponette bagnate. Nel mondo ogni cosa o società importante è stata venduta o comprata senza queste lungaggini, senza tanta pigrizia.

La Roma no. Si ripetono in maniera pigra anche le conferenze stampa di facciata. Tanto a Boston che a Trigoria le stesse domande, fatte dalle stesse persone, le stesse risposte, date dalla stessa persona. Tutto in maniera molto pigra. Senza risultati alla mano senza fatti tangibili. Nel frattempo due soci di DiBenedetto (quelli forse con più garanzie per la banca) se ne sono andati. Hanno abbandonato la nave senza dare motivazioni, almeno da queste parti. Loro non sono stati così pigri a fare dietrofont, e chissà se qualcuno un giorno ci spiegherà il perché. Quella pigrizia dimostrata da Thomas DiBenedetto nel recarsi all’Olimpico per vedere una semifinale di Coppa Italia della Primavera, quella stessa squadra per la quale, poi, in maniera meno pigra, si è affrettato a tesserne le lodi una volta ottenuto un successo. Pigra è stata anche la ricerca di compratori da parte di Unicredit, e pigra, probabilmente, anche la scelta. Pigre anche le prime uscite di marketing e comunicazione: sbagliata quella della presentazione delle maglie, fuori luogo l’intervista di Baldini con le parole su Totti. In entrambi i casi il simbolo della Roma, quello conosciuto nel mondo più del lupetto, è stato messo nel cono ombra di una situazione grottesca che ha dell’incredibile. C’è qualcuno, più di uno, che tarda a dire la verità ai tifosi. Ed è questa la pigrizia che danneggia la Roma.