Fuori dal campo è evidente che Fabio Borini, obiettivo del Liverpool, è ancora molto giovane. E' riservato, parla piano e, si vede da come risponde alle domande, difende con i denti la sua vita personale.
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Un uomo squadra e un professionista modello: cosa può aspettarsi il Liverpool da Fabio Borini
Fuori dal campo è evidente che Fabio Borini, obiettivo del Liverpool, è ancora molto giovane. E’ riservato, parla piano e, si vede da come risponde alle domande, difende con i denti la sua vita personale.
Ma in campo vediamo l'altro lato dell'attaccante affamato. "Mi piace la sua rabbia" disse Carlo Ancelotti descrivendo il giocatore che ha allenato al Chelsea. "Vuole arrivare sempre per primo sulla palla". Borini è un esempio di dedizione e impegno. Per lui il calcio non è semplicemente un gioco, ma una professione. Questa sua determinazione lo ha fatto emergere sia a livello di club che a livello internazionale.
Determinato ma raramente spettacolare, Borini ha sempre giocato a fianco di altri che sembravano migliori di lui. Eppure era difficile ignorare il suo istinto del gol. Tanto che il Chelsea bussò alla sua porta. In Inghilterra Borini ha parlato spesso della solitudine, della difficoltà di ambientarsi in un paese così diverso dal suo, ma a poco a poco cominciò a divertirsi. Prese lezioni di cucina, lavorò duro e divenne ben presto la prima scelta tra gli attaccanti riserva del Chelsea, segnando 10 gol in 11 partite. "Ancelotti mi ha paragonato a Inzaghi", ha ricordato il calciatore, ma descriverlo come un semplice finalizzatore è un'ingiustizia. Tatticamente flessibile, l'ex-giocatore dei Blues può giocare in qualsiasi posizione dell'attacco, come centravanti o come seconda punta, ed è in grado di sfruttare il suo ritmo e la volontà di coprire gli spazi quando viene schierato in un ruolo più arretrato.
Le sue caratteristiche avevano incuriosito Ancelotti, che lo incluse nella lista del Chelsea per la Champions League. L'allenatore italiano ha ricordato Borini con il sorriso quando in una intervista a La Gazzetta dello Sport spiegava come, ancora 17enne, il ragazzo ordinava ai suoi compagni di squadra di spegnere lo stereo che pompava musica rap, come sempre prima di ogni partita, dicendo "Ho bisogno di silenzio per concentrarmi!". L'attaccante è poi andato in prestito allo Swansea dove ha segnato sei gol in 12 partite, e il Parma ha deciso di portarlo in Italia nell'estate del 2011, prima di prestarlo alla Roma, che aveva appena cominciato un nuovo progetto con Luis Enrique alla guida. Con lo spagnolo Borini ha sviluppato ulteriormente il suo modo di giocare e, nonostante la concorrenza agguerrita dei talentuosi attaccanti giallorossi, il giovane bomber ha sfruttato le tante occasioni che gli sono state offerte per mostrare le sue capacità. La sua tecnica innegabile, il suo lavoro senza palla e il suo pressing si sono rivelate caratteristiche preziose per la Roma e le sue performance devastanti contro l'Inter di Claudio Ranieri e contro il Palermo, hanno permesso al suo team di conquistare punti decisivi in un momento importante nella lotta per l'Europa.
Allora che cosa può portare Borini al Liverpool di Brendan Rodgers? Competitivo e desideroso di imporsi, Borini è particolarmente calmo quando c'è da andare sotto pressione e non si fa intimidire. Consapevole della sua qualità, grazie al suo piede destro insaziabile e alla sua capacità di segnare, ha chiuso la scorsa stagione come secondo capocannoniere della Roma. Il Liverpool, se dovesse riuscire a completare l'affare, si ritroverebbe un calciatore che gioca per la squadra e un professionista modello. Borini potrà essere pure riservato fuori dal campo e disinteressato a partecipare alle serate con i suoi compagni di squadra, ma in campo farà tutto il possibile per fornire loro ciò di cui hanno bisogno e per portare la sua squadra sempre più in alto.
(mirror.co.uk)
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