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Tutti bocciati meno tre

(di Roberto Renga – RadioRadio Blog) Luis Enrique non lo sa, ma ho sbagliato quanto lui. Da lontano e per radio gli avevo chiesto di tenere i terzini più bassi e De Rossi centrale. Lui l’ha fatto, ma la Roma ha perso lo stesso.

Redazione

(di Roberto Renga - RadioRadio Blog) Luis Enrique non lo sa, ma ho sbagliato quanto lui. Da lontano e per radio gli avevo chiesto di tenere i terzini più bassi e De Rossi centrale. Lui l’ha fatto, ma la Roma ha perso lo stesso.

Tanto per non deprimermi: avrei utilizzato uomini diversi. Per dire: Cassetti a destra, Heinze centrale, Taddei a sinistra e Perrotta a centrocampo. Non capisco come mai alla vigilia il tecnico abbia dato per scomparso e inutilizzabile Juan per farlo poi giocare.

Tra l’altro Juan è stato di gran lunga il migliore della Roma (seguito da Osvaldo) e questo dimostra quanto siano ingiusti i giudizi formulati su di lui, su Taddei, su Perrotta, su Totti, su Cassetti. Giudizi forniti da cronisti e da abitanti di Trigoria. Non sono degli ex e prima di giudicarli bisogna dare loro la possibilità di allenarsi e di giocare con continuità. La Roma ha subito nel primo tempo e ha giocato meglio nella ripresa. Pensavo che stesse per ripetere la partita di Novara, ma l’Udinese è ovviamente una squadra di altro spessore rispetto a quella piemontese. Ha dato la sensazione di essere cotta, mentre la Roma portava a quattro le sue occasioni da gol, ma in realtà o era una trappola o tale si è anche per caso rivelata. Perché Luis, mettendo Bojan, ha indebolito il centrocampo e rafforzato l’attacco e proprio dal reparto centrale, a quel punto sguarnito, è partito il magnifico lancio di Pinzi per Totò Di Natale. I due centrali erano in linea e non posizionati come si deve in certi casi: o fai il fuorigioco o uno esce e l’altro arretra.

Totò si è bevuto sullo scatto il lentissimo Kjaer, che, per provarci, si è fatto anche male. Il raddoppio di Isla è stato una conseguenza del primo gol: fascia di Taddei sguarnita (Cassetti tra l’altro era uscito a centrocampo), cross dello scatenato Armero e gol a porta vuota, come piacerebbe tanto a Luis Enrique. L'Udinese ha giocato con una vera difesa a tre e con un centrocampo foltissimo, che per un tempo ha impedito alla Roma di attaccare e di farsi vedere in avanti. Sulla sinistra Asamoah e Armero si trovavano sempre; sulla destra Isla e Basta altrettanto. E così è nato un gioco a strappi (la condizione non è parsa perfetta), ma comunque sufficiente per affliggere alla Roma la quinta sconfitta su dodici partite. Il che significa una cosa: ridimensionamento e capo chino.

Si è bloccata la rincorsa al primo scalino trovato lungo la strada e adesso altri ce ne sono. Dopo questo turno, potrebbero superarla cinque squadre e raggiungerla il Catania. Certo è che la botta è bestiale e che tutti i giudizi positivi vanno rimangiati. Ripieghiamo mestamente le campane. Nella Roma il 6 a Stekelenburg, il 7 a Juan, il 6,5 a Osvaldo. Tutti gli altri sotto la sufficienza. Lamela non so. Sembra sempre che sia sul punto di scatenare l’inferno e si ferma al purgatorio. Luis voleva giocare sempre all’attacco e non c’è riuscito. Voto basso, dunque, anche per lui.