(M.Pinci/Repubblica) Per il via libera è bastato un contatto tra DiBenedetto e Fiorentino. Quello che il vice direttore generale di Unicredit attendeva per inaugurare ufficialmente la missione americana della banca. Ieri, la telefonata: un invito, la risposta positiva del numero due di Unicredit. Che, adesso, è pronta a partire portandosi dietro una "quasi" certezza: a Boston si va per firmare.
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Tutti a Boston, firma imminente
(M.Pinci/Repubblica) Per il via libera è bastato un contatto tra DiBenedetto e Fiorentino. Quello che il vice direttore generale di Unicredit attendeva per inaugurare ufficialmente la missione americana della banca. Ieri, la telefonata: un...
CONTRATTI - Tutti negli States, allora: i voli sono prenotati, alcuni legali degli studi Grimaldi e Carbonetti partiranno domani per incontrare le controparti degli studi Bingham e Tonucci. Venerdì, invece, saranno a Boston anche i due vertici della banca, il vice dg Fiorentino e il responsabile corporate Peluso. Per chiudere la partita. Il fine settimana è servito ai legali del gruppo americano, gli studi Tonucci e Bigham per azzerare le distanze con i colleghi di Grimaldi e Carbonetti che rappresentano la banca. Già in una conference della scorsa settimana si era lavorato per appianare alcuni elementi di differenza, le ultime ore sono servite a risolvere gli ultimi dettagli, soprattutto sulle modalità di uscita di Unicredit dalla partecipazione al club giallorosso e alcuni aspetti legali, legati anche all'opzione "put" in favore del gruppo Usa per l'acquisto delle quote che resteranno in mano alla banca. Nessun problema di garanzie, invece, discorsi risolti da tempo e che certo non si presentano a questo punto di una trattativa. Non resta che riscrivere compiutamente le oltre 500 pagine di contratti e allegati con i dettagli della governance, la suddivisione del cda, lo statuto della società partecipata da americani e Unicredit che controllerà direttamente la Roma. GARANZIA - A Boston, sono già state programmati appuntamenti di lavoro e cene per conoscersi meglio. Anche con gli altri soci del gruppo: Michael Ruane, Richard D'Amore e, soprattutto, James Pallotta, una "leggenda degli Hedge Fund", come lo ha definito il Financial Times. E che, già 3 anni fa (lo ha ricordato lo stesso DiBenedetto), avrebbe voluto acquistare la Roma, subito dopo il tramonto dell'affare Soros. Proprio Pallotta, il giorno dopo lo stop alle trattative romane di due settimane fa, chiamò Fiorentino per confermare non solo la serietà del gruppo (mai messa in dubbio) ma anche le intenzioni di costruire una Roma vincente. Una garanzia, se arriva dall'uomo che ha ricostruito i Boston Celtics portandoli a competere con i Lakers per il titolo Nba. Il primo appuntamento tra le parti è fissato per la mattina di venerdì. Quando, con ogni probabilità si concluderà l'estenuante trattativa per sancire il passaggio della Roma in mani americane.
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