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Totti, il futuro può attendere

(di Mirko Porcari) – Il re e la sua regina. Come nelle migliori storie d’amore, una favola che dura da quasi venti anni.

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(di Mirko Porcari) - Il re e la sua regina. Come nelle migliori storie d'amore, una favola che dura da quasi venti anni.

Una vita, insomma. Senza fare torto a nessuno, silenziosamente, Francesco Totti ha ricordato ieri che lui è la Roma: ragazzo cresciuto su una nuvola giallorossa, troppo in alto per la gente comune, abituata a dare calci ad un pallone e non ad accarezzarlo.

 

Duecento gol (201, per la precisione, ma la cifra tonda fa più effetto) con la stessa maglia, un matrimonio nato sui campetti di periferia, tra polvere e sassi, mostrando la classe del predestinato in un sogno divenuto realtà. Ha lottato e combattuto, Totti: uomini e mondi contro, pronti a spezzare con critiche bollenti e giudizi senza forma un idillio che lega con il sangue la città e il calciatore. "Sono orgoglioso di indossare questa maglia e di aver scelto Roma per tutta la vita". Parole di un innamorato. Felice, e non potrebbe essere altrimenti, nell'aver raggiunto l'ennesimo obiettivo a braccetto con i colori del suo cuore. C'era lui, in prima  fila, quando gli dei del calcio distribuirono il talento, per gli altri poco o nulla.

Totti paga anche questo: l'essere troppo forte a dispetto di una mediocrità che genera invidia, la sua figura come centro delle discussioni e dei pensieri di chi non potrà mai essere come lui. E allora ecco che "Totti è finito", oppure "Totti non può dare più niente alla Roma" o anche "La società ha fatto male a rinnovargli il contratto", tutte frasi stereotipate da chi, a turno, sale sul carro dei detrattori.

Nel tempo, in verità, c'è chi dell'anti-tottismo ne ha fatto un vero e proprio lavoro: un'analisi certosina di ogni comportamento del capitano in attesa di un passo falso, guardando poco al campo e molto all'extra...Niente da fare, neanche in questo caso: chi fa saltare dal seggiolino per duecentouno volte un tifoso, per logica di cose, non dovrebbe essere mai messo sotto il fuoco incrociato della critica, se poi si parla di Francesco Totti la cosa dovrebbe risultare ancora più anacronistica...Un sorriso, dunque, ripensando alle mille parole pronunciate a vanvera sulla condizione del numero 10, sul suo essere o non essere leader o sul suo feeling con la propria gente: sarebbe d'obbligo la standing ovation, anche se non siamo sicuri possa bastare... intanto gustiamoci Francesco Totti, il futuro può attendere...